Uno studio approfondito fatto dalla British University of Pegging per dimostrare che i seguaci delle “teorie del complotto” siano dotati di un quoziente intellettivo inferiore alla media ha però portato a risultati straordinariamente inaspettati.
Prendendo come base di studio un campione di 347 persone, con età che va dai 20 ai 65 anni e provenienti da diversi ceti sociali, il team di Pegging ha posto loro un questionario ed una serie di test di logica. Tra loro il 64% ha dichiarato di non credere alle scie chimiche e alle teorie del complotto, al contrario del restante 36%.
E’ risultato che la fetta composta dai negazionisti ha ottenuto un punteggio medio inferiore a 52/100, sbagliando anche domande di logica elementare, mentre i così detti “complottari” (dalla gente ignorante, come è dimostrato) si sono qualificati ben più in alto ottenendo una media di 77/100.
Fatto ancor più curioso ad aver lasciato di stucco i ricercatori è stato constatare che buona parte delle persone sveglie analizzate non possedeva un titolo di studio superiore, contrariamente alla controparte.
Una spiegazione logica ad un risultato tanto strabiliante ce la danno gli studi del celebre psicologo indo-jamaicano Alan Malandhar, secondo i quali persone con un alto quoziente intellettivo tendono facilmente a discostarsi da sistemi di studio convenzionali, percorrendo strade personali ove non sono presenti preconcetti che ne limitano il percorso di apprendimento.
Alan Malandhar prosegue spiegandoci che un cervello con limitate capacità cognitive e intellettive è molto più propenso ad accettare le spiegazioni fornite da terzi, al contrario di chi, dotato di un alto Q.I., tende a cercare personalmente le risposte mediante studi e ricerche empiriche.
Insomma, nulla di nuovo per noi che quotidianamente ricerchiamo la verità, ma senz’altro uno smacco non da poco per i negazionisti ignoranti che sempre più spesso ci additano come stolti e senza cervello.