Piovono all’improvviso strani chicchi di grandine a ciel sereno ed è subito panico tra la popolazione turca di Yozgat. Inaspettatamente con le prime luci dell’alba la cittadina viene letteralmente bombardata da raffiche di plastica, creando ingenti danni ad automobili, vetrate e insegne dei negozi.
Questa vicenda, che ha dell’incredibile, risale a dicembre 2013 ma purtroppo ne veniamo a conoscenza soltanto oggi, colpa della stampa meteorologica collusa che non ha trattato l’argomento. Addirittura nella stessa Turchia la stampa e i media tacciono, e le informazioni pervenuteci arrivano direttamente da colleghi attivisti turchi.
Stando alle testimonianze i chicchi di grandine avevano una consistenza molto dura, come plastica condensata ed erano caldi, contrariamente alla norma. I primi test con accendino hanno dimostrato che la sostanza in questione era tutto fuorché uno scherzo della natura, in quanto a contatto con la fiamma assumeva una colorazione nera emanando il ben noto odore plastico tipico degli scarti della geoingegneria, come nel caso della neve chimica.
Degno di nota era il cielo dal quale sono piombati i chicchi chimici che risultava privo di qualsiasi nuvola temporalesca e l’unica anomalia riscontrata fu un massiccio e inusuale traffico aereo che scomparì quasi del tutto nelle ore successive ai ritrovamenti.
Nelle ore successive i misteriosi chicchi mutarono la loro consistenza da dura a gelatinosa ed in fine scomparirono assorbiti dalla terra o evaporati col sole. L’insolito comportamento del materiale aerochimico ha colto alla sprovvista i ricercatore che per tale motivo non sono riusciti a preservare dei campioni per eseguire test di lavoratorio.
C’è chi ipotizza che si sia trattato di un vero e proprio attacco batteriologico atto a diffondere virus nell’aria e nel terreno. Altre correnti di pensiero vedono i chicchi come un effetto indesiderato delle azioni igroscopiche nella troposfera che per chissà quale motivo sono piombati a terra.
La vicenda turca riportata ricorda molto da vicino i famosi ritrovamenti di sfere gelatinose fatti recentemente dai ragazzi del presidio di Pordenone, o le masse gelatinose che alcuni sciatori hanno ritrovato attaccate ai loro sci.
Insomma, nulla di nuovo per chi è dell’ambiente ma l’ennesima conferma agli atti di terrorismo che quotidianamente subiamo sopra le nostre teste.