Elton John, cantautore britannico di enorme successo e nota icona del movimento gay: se si va a leggere la sua pagina wikipedia non si hanno dubbi che la sua vita sia equamente divisa tra queste due passioni. Pur dichiarandosi inizialmente bisessuale, dopo il divorzio dalla moglie è stato chiaro il suo unico orientamento sessuale, sfociato con un matrimonio col suo compagno nel 2005. La sua carriera musicale è invece iniziata da giovane, inizialmente con brani poco conosciuti al grande pubblico, salvo poi esplodere nel 1972 con “Rocket Man“.
La canzone in sé non è niente di che, il ritmo è lento e scialbo e il testo banale, fantasioso e sempliciotto, eppure le vendite hanno superato ogni aspettativa. Che ci sia stato di mezzo lo zampino della lobby gay per piazzare nel mondo della musica popolare un artista che potesse, già dai primi anni Settanta, gettare il seme dell’omosessualità indotta? Analizzando bene il testo pare proprio di sì. NOTA: se non siete esperti di messaggi subliminali NON ascoltate il brano prima di aver completato la lettura di questo articolo, o potrebbe influenzare anche voi.
ROCKET MAN
She packed my bags last night pre flight
Zero hour nine a.m.
And I’m gonna be high, as a kite by then
I miss the earth so much, I miss my wife
It’s lonely out in space
On such a timeless flightRIT. (X2)
And I think it’s gonna be a long long time
Till touch down brings me round again to find
I’m not the man they think I am at home
Oh no, no, no, I’m a rocket man
Rocket man burning out his fuse up here aloneMars ain’t the kind of place to raise your kids
In fact it’s cold as hell
And there’s no one there to raise them if you didn’t
And all this science, I don’t understand
It’s just my job, five days a week
A rocket man, a rocket manRIT. (X2)
Now, I think it’s gonna be a long long time
And I think it’s gonna be a long long time (X3)
Già dal titolo, Rocket Man ovverosia “Uomo Razzo”, si intuisce che l’autore voleva fare riferimento all’organo genitale maschile in erezione. Il primo paragrafo, proprio all’inizio recita “She packed my bags”, lei mi ha fatto le valigie: ricorda la donna che caccia di casa l’uomo, la perdita della virilità maschile, il conseguente divorzio. “I’m gonna be high”, sto per essere alto, è un nuovo riferimento all’erezione. “It’s lonely out in space”, si riferisce alla solitudine dell’uomo gay degli anni Settanta che raramente faceva coming out.
Lo stesso riferimento si ha nel ritornello: “And I think it’s gonna be a long long time”, cioè la comunità gay ha ancora bisogno di molto tempo prima di esporsi. “Till touch down” pare riferirsi ad un atterraggio su un pianeta, ma letteralmente significa “toccare giù”, che richiama l’atto del palpeggiamento. “I’m not the man they think I am at home”: non sono l’uomo maschio (virile) che credono che io sia a casa, bensì un gay. Il paragrafo successivo è un’allegoria che denuncia quanto sia difficile per un omosessuale, che all’epoca veniva visto come un marziano, crescere un figlio. Curioso che qualche decennio dopo lo stesso Elton John e compagno avranno due figli da una donna surrogata.
Come ho scritto anche altrove, io non ho nulla contro i gay e non sono omofoba. Non sopporto semplicemente l’omosessualità indotta, ancor meno dove c’è di mezzo lo zampino del NWO per gayizzare la gente con lo scopo di ridurre la popolazione mondiale. Gli anni Settanta sono stati un vero e proprio banco di prova per i messaggi subliminali gender: come non ricordare “Funkytown”?
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