Non sempre il miscuglio chimico irrorato tramite operazioni di geoingegneria clandestina contiene i noti filamenti di ricaduta, o polimeri aviodispersi. Di essi ne avevamo già parlato in passato in questo articolo, dove abbiamo illustrato i filamenti che ci ritroviamo sulle teste nel periodo primaverile. La maggior parte degli articoli indipendenti pubblicati in rete parla anche di un massiccio attacco che viene perpetrato solitamente nel periodo tra la fine di ottobre e l’inizio di novembre.
Questo tipo particolare di filamenti di ricaduta è stato analizzato in laboratori chimici “autorizzati”, che hanno decretato che si tratta di ragnatele create da ragni volanti (hahahahaha! Scusate, non riesco a non ridere). Molto più serie e attendibili sono le analisi del laboratorio indipendente del dottor Nelson Fate (università del Kent), che ha mostrato come la strutturazione chimica dei polimeri di ricaduta autunnali sia profondamente diversa da quella dei filamenti primaverili.
I polimeri autunnali artificiali sparsi tramite scie chimiche hanno infatti una composizione chimica particolarmente aggressiva nei confronti dei vegetali, e delle piante in particolare. Non si tratta di un attacco alla dieta vegana, ma di un obiettivo molto più subdolo e letale. Lo scopo, secondo il dottor Fate, è quello di anticipare la caduta autunnale delle foglie dagli alberi. Perché ai governi ombra interessi anticipare l’inverno ce lo dice la scienza che ci insegnano alle elementari, ovvero che le piante tramite le loro foglie producono l’ossigeno che ci permette di respirare, e quindi di vivere.
In estate avviene in natura una sovraproduzione di ossigeno, di modo che in inverno respiriamo ciò che resta di quello che gli alberi hanno prodotto in estate. I filamenti di ricaduta artificiali, accelerando l’invecchiamento e la caduta precoce delle foglie distruggendone i cloroplasti, non fanno altro che fare restare la gente con meno ossigeno da respirare. Noi non ce ne accorgiamo perché il processo avviene lentamente, giorno dopo giorno, ma a fine febbraio è come stare a 2200 metri di quota, e la situazione è destinata a peggiorare. La carenza di ossigeno aumenta il rischio di malattie respiratorie e debilita il sistema neurocognitivo, con l’obiettivo ultimo di ridurre la popolazione mondiale e rendere ebeti i superstiti (considerate che il cervello ha bisogno dell’ossigeno per funzionare). I nostri saggi nonni conservano vivida la memoria del passato:
Ai miei tempi le foglie non cadevano così presto, mi ricordo bene che da giovane andavo nei boschi con tua nonna e ci sdraiavamo sulle prime foglie secche che era ancora fine novembre, calcola che tuo padre è nato a fine agosto e hai le prove!
Nonno Wotan
Queste 2-3 settimane di anticipo della caduta delle foglie ci porteranno a sentire presto la mancanza di ossigeno. Se a marzo avete attacchi di asma, bronchiti e sensazioni di apnea, oltre a testa leggera, scarsa concentrazione e rimbambimento, ora sapete a cosa dovete dare veramente la colpa.
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