Una nostra fonte bene informata ha condotto questa curiosa quanto affascinante indagine. Noi del Comitato Chiave Orgonica abbiamo deciso di riportarla così come l’abbiamo ricevuta, lasciando al lettore la possibilità di farsi un’idea. Al termine dell’indagine trovate una nostra appendice.
Si parla di serpenti. Non serpenti qualunque, ma serpenti mortali, in particolare il cobra reale.
I serpenti sono venerati come divinità fin dai tempi antichi: sono privi di zampe o ali eppure hanno un’agilità incredibile, possono mangiare e poi stare senza cibo per molto tempo, possono attendere una preda immobili anche per diversi mesi e, quando si presenta l’occasione, sono un grado di scattare con incredibile velocità addosso al loro pasto grazie ad una incredibile rete di fibre muscolari, ma soprattutto posseggono un’intelligenza molto alta.
In molte culture erano venerate come divinità negative, perché mordevano i malcapitati nei loro territori e quelli velenosi potevano anche uccidere, ma erano pure adorati per le qualità sopra elencate. La tradizione cristiana però ha cercato, con successo, di allontanarci da queste magnifiche creature con la storia del serpente dell’Eden. Nella tradizione orientale, il serpente è ancora oggi adorato come una divinità (e prende come nome 大蛇, Orochi, il grande serpente, diffuso in occidente come Basilisco), ma in occidente rimane una sola cultura che lo riconosce: il satanismo, che lo incarna nel demone “Volac”.
Durante i miei viaggi in India, uno dei paesi con il più alto numero di serpenti, sono venuto a contatto con uno scienziato e ricercatore indipendente di cui non dirò il nome, che aveva cominciato a studiare i morsi dei serpenti velenosi che facevano vittime. Il numero rilasciato dalla stampa e dalle autorità era di circa 3.000 vittime, più della metà a causa del cobra reale, nel 2010: una cifra enorme, basti pensare che in Australia, che ha circa il doppio delle specie di serpenti velenosi dell’India, il numero delle vittime ammontava, nello stesso anno, a circa 5.
Mosso da curiosità, il ricercatore ha iniziato uno studio capillare, al quale ho partecipato anche io, che lo ha portato a scoprire una cosa: la cifra emessa dalle autorità era falsa. Non erano infatti 3.000 le vittime. Erano 50.000. Siamo rimasti a bocca aperta davanti a questa cifra, e così abbiamo iniziato ad indagare. Abbiamo scoperto che esiste già un antidoto al veleno di cobra reale (che uccide più lentamente di altri serpenti), ma non è diffuso molto, quindi le strutture sanitarie non riescono a distribuirlo ai pazienti morsi, che spesso muoiono. Abbiamo quindi cominciato a studiare i cobra reali, e siamo rimasti sbalorditi anche da un altro fattore.
Il cobra reale è una linea pura di serpente (quindi un rettile), che rispecchia tutti i fattori della specie: lingua biforcuta che percepisce le prede, vista ad infrarossi, corpo ricoperto da squame, colori mimetici eccetera. Ma c’è un particolare in tutto questo: gli occhi del serpente in questione non hanno la pupilla verticale, bensì rotonda come quella umana. Che sia il risultato di una mutazione genetica a noi tenuta nascosta, con lo scopo di contribuire insieme ad altri fattori ben noti alla diminuzione della popolazione globale? La popolazione di cobra reali aumenta vertiginosamente ogni anno, quindi…
Non è un caso che fra tutte le specie animali velenose il NWO stia usando proprio i serpenti per attuare il piano di sterminio di massa. Il noto contattista Peppe Pluton ha ricevuto più volte testimonianza dal suo alieno guida della presenza di rettiliani nelle fasce alte del potere. Gli addotti inoltre riportano tentativi di produrre feti ibridi umano-rettiliano, e forse questi esperimenti sono andati nella direzione di generare mutazioni animali utili al NWO. Anche il fatto che l’indagine si sia svolta in India non ci lascia sorpresi: si tratta di un Paese lontano, verso cui è rivolta scarsa attenzione da parte dei media di regime, che anzi riescono a propinarci la favoletta del miliardo e passa di abitanti quando invece è stato dimostrato che la popolazione è in drastica diminuzione.
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