Torniamo in questo articolo ad occuparci di cellulari ed onde nocive. Come sapete dagli articoli che abbiamo scritto, gli smartphone soffrono di onde emesse, tra cui le pericolose criptoonde, e onde ricevute, ovvero onde ELF veicolate da apparecchi apparentemente innocui distribuiti nell’ambiente per trafugare i nostri dati. Con i cellulari di vecchia generazione hanno poi in comune le onde elettromagnetiche utilizzate per il “normale” funzionamento. Tutto questo miscuglio di onde non può che danneggiare la nostra salute: oltre ai danni cerebrali, causati però solo quando il telefono viene usato, recenti ricerche hanno ormai dimostrato in modo ufficiale che i cellulari tenuti nelle tasche dei pantaloni inibiscono la spermatogenesi di circa il 32%.
Non è un caso che i cellulari siano diffusi soprattutto nei Paesi occidentali, gli stessi Paesi che negli ultimi anni hanno mostrato un calo delle nascite statisticamente rilevante. Per proteggersi basterebbe tenere il cellulare lontano dagli apparati riproduttivi, ma se per il gentil sesso è facile tenerlo in borsetta, per i maschi, più sensibili a questo fenomeno, a meno che non si utilizzi un borsello diventa difficile. Da qui questa pratica guida alla realizzazione di una protezione per il proprio cellulare (smartphone), scientificamente dimostratasi affidabile.
Materiale occorrente:
- 1 cellulare (in questo caso uno smartphone)
- 1 custodia protettiva (importante: deve proteggere il cellulare nel davanti e nel didietro)
- Carta stagnola in alluminio
- Aceto di mele, molto meglio se bio
- 1 piccola bacinella
- Forbici
- Colla (NON stick, NON vinilica – va bene, ma sconsigliabile, anche nastro adesivo trasparente)
Quello che andremo a fare è rivestire una normale custodia per cellulari con carta stagnola imbevuta di aceto di mele. Da studi indipendenti svolti in Nord Dakota si è dimostrato come della semplice carta stagnola riesca a filtrare le onde nocive dei cellulari, riuscendo viceversa a permettere il passaggio delle onde benigne che ne garantiscono il genuino funzionamento. L’aceto di mele potenzia questo effetto: si rivela qui un alleato indispensabile in quanto non è possibile rivestire il cellulare per intero con la carta in alluminio (ne rimangono sempre fuori alcuni piccoli bordi), ma grazie alla sua struttura molecolare e ai suoi vapori permette alla protezione di raggiungere un livello del 99,87%.
Anzitutto occorre tagliare due strisce di alluminio della dimensione della custodia del vostro smartphone: non preoccupatevi di essere precisi, anzi abbondate pure, verranno ritagliate successivamente. Le due strisce andranno poi imbevute nell’aceto di mele: lasciatele riposare almeno 20 minuti in modo che venga assorbito per bene dall’alluminio. Se avete difficoltà nel reperire l’aceto di mele va bene anche una soluzione all’85% di acqua distillata e 15% di urina del mattino avendo cura di mangiare almeno 3 mele la sera precedente prima di andare a letto: gli effetti benefici sono gli stessi.
Fate asciugare le strisce in modo naturale, appoggiandole sul termosifone o al sole. Non usate carta assorbente, o l’aceto verrà prosciugato da quest’ultimo e il suo effetto svanirà! Una volta asciugate bene, applicate le strisce all’interno della custodia facendole aderire con della colla trasparente (io ho utilizzato il tipo UHU) o con del nastro adesivo, sempre trasparente. Quest’ultimo è tuttavia sconsigliato, poiché riduce l’effetto protettivo di circa l’8%. Una striscia va applicata davanti, l’altra (non si vede bene nella foto) tra il cellulare e la plastica, a contatto con la parte posteriore dello smartphone. A questo punto potete ritagliare i bordi della pellicola in eccesso per ottenere un risultato esteticamente gradevole. Se avete seguito bene le indicazioni sull’aceto di mele potete anche praticare un foro posteriore per poter utilizzare la videocamera.
L’effetto dei vapori dell’aceto di mele è di lunga durata, ma dopo 3-4 mesi è consigliabile ripetere il procedimento per rinnovare la protezione (potete anche incollare la carta stagnola sopra quella vecchia). Da notare che le custodie protettive in fibra di alluminio esistono già in commercio nella Russia di Putin: la pellicola viene inserita all’interno della custodia tra uno strato e un altro, mentre in quasi tutto il resto del mondo occorre arrangiarsi con metodi casalinghi.
Sebbene questa soluzione funzioni alla meglio se usata come prevenzione, anche se sono passati anni da quando tenete il cellulare sempre in tasca la produzione spermatica può riprendere con successo: il mio amico Gianni (nome di fantasia), seguendo queste mie indicazioni, dopo 3 anni in cui non riusciva ad avere un bambino ha saputo martedì scorso che diventerà papà. Naturalmente il rimedio qua proposto non sostituisce una visita andrologica nel caso in cui il vostro problema sia particolarmente serio, fate comunque leggere questo articolo al vostro medico e scriveteci nei commenti cosa ne pensa.
Se qualcuno vi facesse delle domande sulla vostra nuova cover, vi invito a non vergognarvi e a spiegare loro perché lo fate. Aspettiamo nei commenti a questo articolo o nella nostra pagina facebook le foto dei vostri cellulari protetti contro le onde nocive.
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