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Analizzare il cielo chimico: guida all’uso del cianometro

4 Min. di lettura

Su di noi ricercatori indipendenti si raccontano tante storie. C’è chi dice che siamo degli improvvisati con molta fantasia, chi dei millantatori dalla bassa scolarizzazione e chi dei disadattati che passano la vita a scrutare il cielo dal terrazzino.
La realtà è che il mestiere del ricercatore indipendente è una cosa seria, che richiede conoscenze a 360 gradi – per le quali non basterebbero tre lauree – e competenza nell’uso di strumenti empirici d’avanguardia.
Tra questi strumenti ce n’è uno di cui non si parla quasi mai, ma che in realtà ci permette di scoprire con assoluta precisione di quale tipologia di nanoparticolato è saturo il cielo sopra le nostre teste.
Lo strumento in questione, per l’appunto, è Sua Maestà: il cianometro!

Cianometro circolare, facile da stampare a casa

Il cianometro è uno strumento ideato nel XVIII secolo per misurare l’intensità del colore azzurro del cielo. Fu inventato nel 1789 dal naturalista e geografo svizzero Horace-Bénédict de Saussure, durante i suoi studi sulle condizioni atmosferiche in alta quota. Lo strumento era composto da una serie di dischetti colorati che sfumavano dal bianco al blu più intenso, numerati da 1 a 53. De Saussure lo utilizzò per valutare la trasparenza dell’atmosfera e la presenza di vapore acqueo, ipotizzando correttamente che il colore del cielo dipendesse in parte da questi fattori. Il cianometro è oggi considerato uno degli esempi più affascinanti di come la scienza abbia cercato di quantificare anche gli aspetti più sfuggenti della natura.

In tempi moderni, questo fantastico strumento è stato riscoperto dalla comunità scientifica indipendente, semplificato e reso disponibile a tutti gli sky rangers del mondo.

Come realizzarlo a casa

Kit cianometro professionale

I passaggi per realizzare il vostro cianometro sono molto semplici e alla portata di tutti.

  1. Scaricate l’immagine del cianometro che trovate sopra.
  2. Stampatela su un foglio A4 con una buona stampante.
  3. Incollate il foglio su un cartoncino duro con una colla a stick.
  4. Una volta asciugata la colla, ritagliate il cianometro sia all’esterno sia il buco centrale, ottenendo una specie di ciambella.

Ed ecco che, in men che non si dica, avrete tra le mani uno strumento ad alta precisione.
Chi ha figli piccoli potrebbe cogliere anche l’occasione per coinvolgerli nella realizzazione, insegnando loro la scienza indipendente in maniera interattiva e divertente.divertente.

Istruzioni per l’uso

Prima di fiondarvi a misurare il cielo in preda all’entusiasmo, dobbiamo frenarvi con delle dovute premesse e delle istruzioni per l’uso. Come ogni strumento che si rispetti, un uso scorretto può portare a risultati erronei e deludenti.

Il fantastico disco di cartone che avrete tra le mani seguendo questa guida basa il suo funzionamento sul presupposto che il colore del cielo, privo di qualsiasi patina, presenti sempre la stessa tonalità. Questa asserzione è vera solo in pieno giorno e non vale durante le ore crepuscolari. All’alba e al tramonto, purtroppo, le misurazioni effettuate col cianometro risultano sfalsate, soprattutto a causa dei composti chimici in atmosfera che rifraggono la luce in un caleidoscopio di colori sempre diversi.

A questo punto viene da sé dedurre che basta conoscere il vero colore del cielo e sollevare in alto il cianometro per fare una veloce stima della situazione.
In questa guida baseremo le nostre istruzioni sulla versione a 21 spicchi dello strumento e, per semplificare, eviteremo di entrare troppo nel tecnico su cosa vogliano esattamente dire tutte le sfumature. Meglio iniziare dalle basi e affinare la tecnica con l’esperienza empirica sul campo.

A un principiante basti sapere che i colori 10 e 11 corrispondono a un cielo pulito, privo di qualsiasi coltre artificiale.

I colori rappresentati ai numeri 8 e 9 riprendono il tipico colore che assume il cielo quando vengono sparse scie chimiche a base di manganese (Mn), che, come sappiamo, servono a tingere il cielo di un finto azzurro, in modo da mascherare le attività di geoingegneria. Per riuscire a scorgere questo tipo di sfumature è necessario molto allenamento, ma alla fine ne vale la pena.

Gli spicchi compresi tra il 4 e il 7 rappresentano il colore del cielo quando sono presenti concentrazioni di bromuro (Br⁻), composto tipicamente sparso in atmosfera alle prime ore del mattino, in modo da sopprimere le capacità riproduttive umane. Più il colore è chiaro, maggiore sarà la concentrazione di bromuro.

Se il cielo ha un colore compreso tra 1 e 3, molto probabilmente ci troviamo di fronte a grandi concentrazioni di nano-carbonato di alluminio idrato rifrangente (Al₂(CO₃)₃·xH₂O-nano), che diffonde la luce solare tramite sospensione di nanoparticelle riflettenti, creando un cielo opalescente, biancastro o “latte condensato”. Anche in questo caso, più è chiaro il colore, maggiore è la densità dei composti.

Passando ai colori più scuri, se il cielo ha un colore tra il 12 e il 14, ci troviamo di fronte alla tipica coltre a base di nano-titanite colloidale ionizzata (CaTiSiO₅·q⁻). Le particelle di titanite, microscopiche e fluttuanti in sospensione, inducono rifrazione selettiva della luce solare, spezzando lo spettro visibile e alterando la percezione dei colori naturali.

Il 15 e il 16 sono i tipici colori dello stronzio carbonato microdisperso (SrCO₃). Le particelle di stronzio disperse nell’alta troposfera reagiscono con umidità e inquinanti per formare una sottile foschia grigiastra che riduce la luminosità e il contrasto del cielo, rendendolo più piatto e desaturato. È il classico cielo da “giornata strana”, né nuvolosa né serena.

A seguire, tra 17 e 19, troviamo il solfuro di bario fotoreattivo (BaS²·NOx), che reagisce con l’umidità e i gas atmosferici per formare una patina opaca a elevata densità ottica, assorbendo la luce nella fascia visibile. Più il colore è scuro, maggiore sarà la densità di bario.

20 e 21 rappresentano casi limite che equivalgono a una notte indotta a mezzo di scie chimiche. Per nostra fortuna, ad oggi, questo tipo di condizione non si è ancora verificata, anche se alcuni esperti ci suggeriscono che alcune eclissi solari recenti in realtà siano stati test su larga scala.

Conclusioni

Con le nozioni di base fornite in questo articolo potrete farvi un’idea di cosa sta succedendo sopra le vostre teste. Si tratta però solo di un’infarinatura iniziale: sarà poi vostro compito approfondire gli studi per entrare nel dettaglio delle analisi del cielo chimico. Abbiamo cercato di semplificare al massimo le spiegazioni, tralasciando alcune informazioni importanti, per non sovraccaricare chi si avvicina a questi temi per la prima volta e per evitare di creare confusione.

Il nostro consiglio è di iniziare a usare il cianometro per divertimento, portandolo sempre con voi e annotando con cura tutte le vostre misurazioni su un’agenda. Col tempo, imparerete a leggere il cielo in modo naturale, riconoscendo anche tutta quella gamma di fenomeni e composti chimici che questa guida ha preferito omettere.

In ultimo, ci teniamo a farvi sapere che stiamo lavorando anche a una versione inclusiva del cianometro per daltonici, che prevede l’aggiunta di simboli sulle varie sfumature di azzurro, facilmente riconoscibili da chi soffre di acromatismo. È inoltre in fase di studio una versione braille per non vedenti.

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Sull'autore
Un italiano trapiantato in America da tempo, spinto da un'incrollabile sete di verità, combatte per smascherare inganni e ingiustizie, incurante di rischi e ostacoli. Impavido membro della Nevada Chemtrail Reports e del Mutual UFO Network (MUFON), conduce instancabilmente indagini personali, i cui risultati trovano spesso spazio sulle pagine di autorevoli riviste specializzate dell'Ohio.
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