Salute e Benessere

I primi rutti di un bebè ne determinano il carattere: lo studio sugli scimpanzé

2 Min. di lettura

Un recente studio condotto sugli scimpanzé ha portato in evidenza la curiosa correlazione tra rutti infantili e carattere/ruolo sociale.

Lo studio in copertina

Lo studio in questione, pubblicato nell’aprile 2023 sulla rivista francese “Voici”, è stato condotto dalla primatologa moldava Parascovia Maimuţă presso la riserva di Tchimpounga in Congo, nell’arco di 15 anni.
L’intento iniziale della primatologa era quello di fornire prove alla sua precedente tesi secondo cui diversi tipi di diete possono influire sulle abitudini sessuali dei primati. Ciò che è poi emerso è ancora più incredibile perché dimostra che il ruolo sociale e il carattere dei primati viene inconsapevolmente impresso nei primi mesi/anni di vita dalle madri, e dal loro approccio ai rutti della propria prole.

Parascovia, nell’intento di dimostrare la sua prima teoria, teneva un diario alimentare e sessuale di tutti i membri della comunità di scimpanzé di Tachimpounga, dagli esemplari più giovani fino agli anziani.
Dopo alcuni anni, raccolta una buona quantità di dati, la ricercatrice assieme al suo team, ha iniziato a lavorare in cerca di correlazioni tra cibo assunto e comportamento.

Dalle prime analisi è subito emerso che tendenzialmente gli scimpanzé con ranghi più alti nelle gerarchie maschili e femminili integravano nella loro dieta anche tuberi e semi simili a legumi. Con i dati in possesso, però, non era possibile escludere che fosse una casualità, perché questi cibi erano consumati, più o meno in egual misura, anche da individui molto bassi nella gerarchia.

Parascovia e il suo team brancolavano nel buio, alla ricerca di elementi che potessero collegare cibo a comportamento riproduttivo. Le uniche correlazioni trovate riguardavano, come già riportato, il rango ma mancavano del tassello fondamentale per mettere insieme tutti i pezzi.

È solo nel 2021 che, analizzando le metodologie educative delle mamme scimpanzé c’è stata la svolta.
Alcune madri si dimostravano più pudiche di altre nell’insegnamento delle buone maniere ai figli, incentivando o disincentivando gli infanti a espellere l’aria con enfasi. Proprio come nella società umana, infatti, sembrerebbe che certi comportamenti siano malvisti da alcuni, come i rutti rumorosi di questo caso.

Se si somma l’educazione al rutto libero con una dieta ricca di cibi che aumentano il gas corporeo abbiamo completato il puzzle.
A quel punto i numeri parlavano chiaro, con una percentuale di ben 9 individui di alto rango su 10 educati a una dieta più pesante e a non preoccuparsi troppo delle buone maniere. Di contro la totalità degli individui con basso rango ha ricevuto un’educazione rigida alle buone maniere.

La primatologa moldava, spiega sulla rivista Voici, che un’educazione rigida porta i giovani scimpanzé ad essere più sottomessi e meno intraprendenti.
Al contrario la libertà di fare rutti, sommata a una dieta che ne incrementa il numero, instilla nei giovani primati arroganza, coraggio e intraprendenza. Tutte doti necessarie a scalare le gerarchie.

Lo studio di Parascovia non si è fermato semplicemente agli scimpanzé ma ha recentemente coinvolto la spiecie di primate più evoluta sul pianeta: la nostra.
Sembra infatti che ci sarebbero diversi riscontri nelle conseguenze dell’educazione infantile ai rutti, tra noi e gli scimpanzé.
La ricercatrice si dice ottimista al riguardo e dichiara di essere al lavoro su un libro che rivoluzionerà il modo in cui le mamme di homo sapiens allevano la propria prole.

Fino ad allora Parascovia consiglia a tutte le mamme audaci di fare da pioniere ed insegnare ai propri pargoli a espellere l’aria in maniera libera e giocosa.
È un comportamento che va contro il galateo (dice la primatologa) ma questi figli fortunati una volta adulti ringrazieranno le loro madri per i successi raggiunti nella vita.

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Sull'autore
Biologo, botanico, paleontologo e geologo amatoriale. Nato in Francia e cresciuto in Belgio, attualmente residente in Italia per approfondire la sua ricerca. Da sempre appassionato di tutto ciò che riguarda la natura e fervente sostenitore del lavoro di Chonosuke Okamura. Oggi è attivamente impegnato nella divulgazione scientifica indipendente.
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