Se il detto “can che abbaia non morde” è vero, potremmo aggiungere “ma sa fiutare una scia chimica”. Noi del Comitato Chiave Orgonica siamo costantemente attivi nella ricerca di informazioni e divulgazione della verità. Non passa giorno in cui non scandagliamo il deep web, alla ricerca di prove contro la geoingegneria clandestina (casomai ce ne fosse ancora bisogno). La rabbia nel vedere quelle scie sopra le nostre teste, e la popolazione zombie che non fa niente, ribolle in noi. Immaginate quindi la nostra sorpresa quando qualche giorno fa in redazione è arrivata una telefonata che ci ha fatto scaldare il cuore.
Al telefono era il figlio del proprietario di un canile indipendente, Giuseppe detto Peppino di Condofuri Marina (RC). 73 anni, ipovedente in pensione dopo una vita da attivista presso il suo presidio. Ha scoperto la nostra pagina e ha voluto raccontarci la sua tenera storia. Peppino aveva iniziato già da giovane ad alzare lo sguardo al cielo, e forse lo possiamo considerare uno dei pionieri della ricerca indipendente sulle scie chimiche in Italia. Con pochi mezzi, nel suo piccolo e senza Internet, svolgeva quotidiane sessioni di osservazione del cielo. Purtroppo l’età e una malattia hanno causato il cedimento della vista. Peppino si disperava, come avrebbe potuto continuare a svolgere attività di skywatching senza la vista? Come poteva proteggere sé stesso e gli altri se non riusciva a vedere quando sarebbe passato il prossimo tanker carico di nanoparticolato?
Il tempo passava, la vista peggiorava, e il nostro Peppino è andato in pensione. Con tutto il tempo libero a disposizione, si è presto reso conto che ogni giorno era prezioso. Ha così avuto una spendida idea: dare aiuto ai cagnolini meno fortunati (i randagi in Calabria abbondano), i quali a loro volta aiuteranno le persone come lui. Ha quindi fondato un canile indipendente, con l’idea di addestrare i cagnolini a fiutare le scie chimiche. Peppino aveva infatti notato che al passaggio di tanker chimici i cani iniziavano ad abbaiare e ululare al cielo in maniera incontrollabile. Aveva appena scoperto che il naso dei nostri amici a quattro zampe era particolarmente sensibile alla miscela di bario, stronzio e manganese presente nelle scie chimiche!
Senza perdere altro tempo e dotando lui e i pelosetti di tutte le protezioni possibili, iniziò ad addestrare i cani a riconoscere i diversi tipi di scia chimica. Questo addestramento è stato reso possibile dalle conoscenze di Peppino, che in Calabria gli hanno permesso di reperire facilmente elementi chimici laddove normalmente servirebbero richieste burocratiche con tempi improponibili, e magari anche una visita dagli uomini col borsello. Un latrato senza fine in caso di scia chimica “seme”, tre abbai seguiti da silenzio e poi di nuovo tre abbai in caso di sky HAARP, ringhio in caso di “zizzona”, due ululati lunghi in caso di scia chimica invisibile, e così via. Peppino ha scoperto che il naso di tutti i cani può essere addestrato a questo riconoscimento, anche se particolarmente sensibili sono le razze Cocker e Alano. Il cane che Peppino tiene in casa, uno Spitz tedesco maschio, è particolarmente aggressivo nei confronti delle scie chimiche filamentose e non si fa scrupoli nel segnalarlo lasciando qua e là per casa una scia personale.
Il nobile intendo di Peppino è quello di regalare un cane a ogni non vedente o ipovedente d’Italia, in modo che anche loro possano autonomamente chiamare il loro presidio per fare denuncia. “È molto importante – dice – che anche i cani abbiano la possibilità di proteggersi. Non abbiate timore nel ricoprire la loro cuccia dall’interno di alluminio e aceto di mele. Dopo aver abbaiato, devono avere la possibilità di cercare rifugio!”. Parole sagge di un brav’uomo che speriamo sia esempio per tanti altri. Ormai Peppino ha perso del tutto la vista, ma non ha più paura delle scie chimiche perché è protetto da tanti amici a quattro zampe. Il suo canile è ancora attivo e l’addestramento continua grazie a suo figlio che porta avanti nel tempo libero la nobile attività del padre.
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