Le scie chimiche ormai fanno parte della nostra quotidianità, e ogni giorno le abbiamo sotto al naso, o più esattamente sopra.
Come molte cose che fanno parte della nostra vita, però, se ci soffermiamo a riflettere ci accorgiamo che ne sappiamo ben poco.
Sì, le scie chimiche sono sempre lì sulle nostre teste a spargere veleni, ma quanti di noi sanno identificare la tipologia e la composizione?
In questa guida cercheremo di condividere il know-how acquisito in anni di osservazioni empiriche in una forma da tutti comprensibie. Si tratta di un obiettivo ambizioso, qualcosa che nessun altro ricercatore indipendente ha mai fatto su suolo nazionale ma notiamo che tra il pubblico che ci segue c’è molta confusione in merito.
Per semplicità di comprensione chiameremo ogni manifestazione trattata come scia chimica, anche se in realtà andremo più spesso a trattare le formazioni che sono una loro diretta conseguenza.
Alla fine di questa lettura sarai in grado di identificare autonomamente le scie chimiche, e chissà magari anche iniziare una carriera da ricercatore indipendente.
Scia chimica seme o “larva”
Si tratta della scia chimica che molti definirebbero ingenuamente come “classica”.
In realtà più che un tipo di scia si tratta della sua nascita, o protoscia.
Infatti le scie chimiche, o almeno quasi tutte, appena deposte dagli aerei hanno questo aspetto ma nelle successive ore assumono la loro forma “adulta” grazie alla quale è possibile determinarne tipo e composizione.
La scia chimica seme non va però confusa con la scia chimica ai nanoplasti di propilene che mantiene il suo stato larvale per diverse ore, per poi dissolversi nel giro di qualche minuto.
Scie chimiche filamentose o “reticolato al bromuro”
Questo tipo di formazioni, che gli stolti poco informati potrebbero definire “cirri”, sono il frutto di tre o più tanker chimici armati di composti al bromuro e nanotubi di silicio.
Come è facile intuire il suo composto principale è il bromuro (Br) che ha un effetto sedativo e causa calo della libido e una sensibile diminuzione di capacità erettile negli individui maschi. Grazie ai nanotubi di silicio le particelle di bromuro si legano al particolato atmosferico assumento la tipica forma “piumata”.
Lo scopo di questo tipo di irrorazione è quello di diminuire le nascite e farci estinguere silenziosamente, oltre a sedarci per impedirci di vedere la verità. Dato lo scopo è più probabile vedere questo tipo di scia chimica la mattina o la sera (anche di notte in realtà), due fasce orarie nelle quali è più probabile che avvenga l’accoppiamento tra esseri umani.
Scia chimica ai nanoplasti di propilene, anche detta “la sgommata”
La caratteristica peculiare di questa scia chimica è la sua persistenza da record. È infatti in grado di preservare la sua forma di scia per diverse ore, per poi scomparire nel giro di pochi minuti una volta esaurita la carica. Questa sua capacità è dovuta ai nanoplasti di propilene, leggeri ma atomicamente compatti.
Questo tipo di irrorazione può avere diversi effetti, grazie alla porosità dei cannolocchi di cui è composta può rilasciare, in maniera lenta ma costante, diversi composti. Per dirla in maniera semplice è una scia chimica che si accompagna bene con tutto.
Generalmente però viene utilizzata per rilasciare composti che alterano il DNA e i DNS delle piante per renderle segretamente OGM.
La storia vuole che sia stato il chimico tedesco Hans Schtrunz a idearne la formula, ispirato alla persistenza di alcune “sgommate” nella tazza del suo WC di casa (da qui il nome comune di questa scia).
Scie chimiche alle criptoonde scalari hertziane o sky HAARP
Quando il progetto HAARP incontra le scie chimiche non ne viene fuori nulla di buono, come nel caso dello “sky HAARP”.
La formazione delle scie chimiche alle criptoonde scalari hertziane è abbastanza rara, perché richiede un dispiegamento di tanker chimici non da poco. Infatti per mettere in scena questa arma letale vengono impiegati solitamente 11 o 12 tanker all’ora, che rilasciano nanocelle di rifrazione con carica ionica negativa.
Una volta distribuito il quantitativo di nanocelle necessario viene emesso un segnale scalare hertziano a carica ionica positiva che attiva le nanocelle di rifrazione, trasformando il cielo in un titanico ripetitore 5G!
Lo scopo di questa spaventosa operazione di geoingegneria clandestina, è come intuibile, quello di aumentare la copertura del 5G, quando questa scende sotto i livelli necessari ai poteri forti per mettere in atto le loro losche manovre.
Scie chimiche lattiginose o “velo di manganese”
Le scie chimiche lattiginose sono tra le più comuni nei cieli italiani, e spesso non le vediamo nemmeno perché tendono ad avere una colorazione azzurra come il cielo.
La caratteristica peculiare di questa formazione è la compattezza e lo spessore che le danno l’aspetto di un leggero velo.
In realtà è tutta una copertura perché grazie al manganese (Mn), loro composto primario, hanno una colorazione azzurrognola che le fa sembrare semi-trasparenti. In alcune condizione è stato documentato come riescano a mimetizzarsi quasi totalmente con l’azzurro del cielo. Questo le ha fatto guadagnare anche la nomea di scia chimica del “vedo non vedo”.
Lo scopo primario del velo al manganese è quello di aumentare livelli di umidità e calore, costringendo la popolazione ignara ad accendere i condizionatori e a consumare più bibite gassate. Chi ha qualche anno in più sulla schiena sicuramente ricorderà che da giovane l’estate non era così torrida come a partire dai primi anni 2000.
Triste motivo di orgoglio: dobbiamo la loro scoperta alla ricercatrice sanremese Rosaria Marchesì che dal suo terrazzino ha potuto documentarle per la prima volta, presentando alla comunità di scienza indipendente dei cristalli di manganese come olotipo.
Scia chimica a lento rilascio, aero-tab
Sempre più diffuse, le aero-tabs (scie chimiche a lento rilascio) sono tra gli ultimi ritrovati dei laboratori di geoingegneria situati a Whynot (USA).
Il motivo del loro successo è la capacità che hanno, grazie al rivoluzionario polimero di cui sono principalmente composte (a base di stronzio, feldspato, bario e kyanite) riescono a rilasciare gradualmente il composto di cui sono armate su zone ben precise, evitando sprechi.
Si tratta di una formazione polivalente, utilizzabile per rilasciare praticamente qualsiasi composto.
Si tratta anche di scie chimiche relativamente economiche perché basta un singolo tanker per generarne una. Generalmente il tanker svuota tutto il contenuto dei suoi serbatoi in un breve tratto e poi vola senza produrre una scia (questo spiega perché alcuni aerei non producono tracce nel cielo).
Fun fact: questo tipo di formazione ha reso completamente obsoleti gli aerocondensati chimici.
Stando alle nostre analisi indipendenti nelle aree fortemente colpite da aero-tabs si riscontra un’alta percentuale di silicati nel terreno, ma a tal proposito seguiranno approfondimenti.
Scie chimiche a grappolo, conosciute anche come “la zizzona”
Questa peculiare, quanto rara, formazione chimica è comunemente nota come “la zizzona”, soprattutto nel meridione.
La sua origine in realtà è dovuta a un effetto collaterale indesiderato di atti di geonigegneria criminale per causare forti precipitazioni.
Le scie chimiche a grappolo sono infatti visibili successivamente a un forte temporare e/o massiccio acquazzone.
Per capirne la causa approfondirò brevemente il tema del cloud seeding. Vi basti sapere che per causare la pioggia vengono rilasciati nella mesosfera nanoparticolati con proprietà igroscopiche, in grado di catturare l’umidità e scatenare alla lunga forti precipitazioni.
Si da il caso che in determinate condizioni queste piogge torrenziali siano così copiose da svuotare letteralmente le nuvole, causando un effetto palloncino sgonfio.
Queste nuvole, svuotate da tutta l’acqua in esse contenuta finiscono per assomigliare a grappoli, o mammelle ormai non più sode come un tempo.
Scia chimica olografica
Ad un occhio inesperto può sembrare uguale alla scia chimica seme, ma in realtà si tratta di un ologramma. È semplice capire se si tratta di una scia chimica vera o olografica, basta guardare il colore dell’aereo che la rilascia.
Gli aerei di linea generalmente sono bianchi, ma nel caso di ologrammi essi risultano semi-trasparenti e azzurrini.
Di teorie che spiegano l’esistenza di questi aerei olografici ce ne sono diverse tra cui voler abituare le persone ad un massiccio traffico aereo, fino al causare confusione nei ricercatori indipendenti.
La teoria più accreditata vede tali ologrammi come uno strumento per il rilascio di finte scie chimiche non persistenti allo scopo di comprovare l’assurda tesi scientifica delle scie di condensa che si dissolvono in men che non si dica.
Scia chimica invisibile
Se vi capita di osservare un aereo che vola senza rilasciare scie non dovete tirare un sospiro di sollievo, perché la scia potrebbe esserci, ma invisibile.
Scoperte ormai quasi 10 anni fa, le scie chimiche invisibili sono entrate di diritto nella top 10 degli avvistamenti.
L’assenza della tipica colorazione bianchiccia è dovuta alla rifrazione caleidoscopica neutrica delle particelle di bario depolarizzato, che esposto ad un notevole sbalzo termico (dai 400°-500° in uscita ai -55° della stratosfera), per effetto igroscopico inverso non crea alcun tipo di condensazione visibile.
“Fortunatamente”, questo tipo di composto chimico può essere adottato solo nella geoingegneria di pulizia dei cieli. Se fosse stato diversamente a quest’ora non vedremmo più scie chimiche sulle nostre teste.
Nuvole subliminali del Project Blue Beam
In questo caso non si tratta propriamente di scie chimiche o dei loro effetti diretti ma di un complesso meccanismo, simile allo sky HAARP che combina più tecnologie per ottenere nuvole olografiche con messaggi subliminali di vario genere. I messaggi possono essere a sfondo religioso, pubblicitario o addirittura sessuale/gender.
In questo caso i tanker chimici rilasciano in armosfera nanotubi all’ossido di silicio (SiO2) che vanno a legarsi per formare una specie di enorme schermo per proiezioni.
Successivamente vengono inviate onde scalari hertziane tramite satelliti, che sono in grado di plasmare in maniera quasi perfetta le nuvole. I troll di regime e gli stolti la chiamano pareidolia ma se facciamo due conti elementari ci rendiamo conto che la possibilità che delle forme così ben definite compaiano così spesso in maniera naturale è infinitamente bassa.
Per approfondire l’argomento vi invitiamo alla lettura del nostro articolo sul Project Blue Beam.
In conclusione
La presente guida è da intendersi come un continuo work in progress, in quanto il nostro impegno nella ricerca del fenomeno è continuo e quotidianamente ci capita di fare nuove e sconvolgenti scoperte.
Senz’altro mancheranno all’appello molti altri tipi di “artefatti aerei” geoingegneristici, lo sappiamo e ci stiamo lavorando, ma preferiamo aggiornare questa guida solo nel momento in cui possiamo affermare con certezza quello che scriviamo.
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