La testa lucida di una figura storica italiana, tanto bersagliata dagli scherni degli stolti quanto celebrata dagli spiriti superiori. Cosa si celava davvero dietro quella calvizie così emblematica? Per alcuni, essa era segno di una mente brillante, capace di abbracciare la vastità del pensiero con la stessa forza con cui la sua voce dominava le piazze d’Italia. Per altri, si trattava di un difetto fisico, terreno fertile per mormorii e scherni (oggi si direbbe body shaming). Noi del Comitato Chiave Orgonica ci siamo avventurati oltre le apparenze, spingendo le nostre indagini verso gli oscuri meandri della scienza e della storia.
Scie chimiche e calvizie
Negli ultimi anni, le teorie avanzate dal prof. Donald McBald di cui avevamo già parlato in un precedente articolo hanno destato un certo scalpore. Egli, con studi accurati e indagini meticolose sul territorio italico, ha dimostrato in maniera inconfutabile una connessione tra l’esposizione alle scie chimiche e la calvizie. Una teoria che, se letta con la giusta lente storica, potrebbe gettare una nuova luce anche sul mistero dell’alopecia di politici storici italiani degli anni ’30 del secolo scorso. Nessuno, finora, aveva osato avvicinare tali fenomeni, apparentemente distanti: la calvizie di una figura dominante del Novecento, e le scie chimiche, un male degli ultimi decenni. Eppure, fermiamoci un attimo a riflettere con occhio vigile e mente aperta.
Gli elementi chimici e le bonifiche storiche
Secondo McBald, tra gli elementi chimici che causano l’alopecia figurano il basalto, il selenio e l’uranio, tutti composti noti per la loro presenza nelle moderne scie chimiche. È interessante notare come durante le imponenti bonifiche condotte in Italia nel secolo scorso, proprio tali elementi furono impiegati in modo massiccio. Non dimentichiamo che alcune di queste figure storiche, con il loro spirito instancabile e la loro passione per l’azione, parteciparono personalmente alla bonifica dell’Agro Pontino, una delle più grandi opere di risanamento della storia italiana. Ma non è tutto: tali sostanze venivano disperse anche tramite aeromobili per nobili fini, come l’eliminazione delle zanzare portatrici di malaria. Qui si insinua il dubbio: e se quel contatto ravvicinato con queste sostanze chimiche fosse stato il motivo scatenante della precoce calvizie di queste figure?
Un discorso dimenticato
Ma è scavando nella storia, sempre con spirito indomito, che abbiamo portato alla luce un documento eccezionale: un discorso politico tenuto a Trieste, nel fatidico anno 1938. Questo discorso, accolto con applausi fragorosi dalla folla, fu, per motivi che ci sfuggono, quasi dimenticato, sepolto dagli eventi bellici che di lì a poco avrebbero travolto l’Europa. Ma oggi, riscoperto, ci appare in tutta la sua potenza visionaria. Ecco il discorso integrale:
Discorso alle forze straniere: Divieto assoluto di contaminazione aerea con nanoparticolato sui cieli d’Italia
Popolo italiano! Nel nome della sovranità inviolabile del nostro sacro suolo e della salubrità dell’aria che respiriamo, il governo annunzia con fermezza un provvedimento di suprema importanza. Da questo giorno in avanti, nessuna forza straniera, sia essa terrestre o aerea, avrà il diritto di disperdere nanoparticolato nei cieli liberi e puri della nostra Patria.
Chiunque, con malizia o negligenza, tenterà di compromettere la salute del popolo italiano con strumenti perniciosi, troverà di fronte a sé la reazione dura, inesorabile e pronta delle nostre istituzioni. Ogni violazione sarà trattata come un atto di aggressione e sarà risposto con la più vigorosa determinazione!
Non tollereremo l’intrusione di alcun elemento che possa minacciare il benessere del nostro popolo. L’Italia è libera, forte, e sovrana, e nulla, né cielo né terra, sarà contaminato senza pagare il prezzo più alto!
Lunga vita all’Italia!
Colpisce in modo particolare la presenza della parola “nanoparticolato“, un termine che, per quell’epoca, suona incredibilmente moderno. Eppure non vi stupisca: era proprio nel genio di questo leader anticipare i tempi, intuire le rivoluzioni a venire. Sebbene non vi siano riferimenti espliciti alle scie chimiche, possiamo leggere tra le righe il profondo interesse che egli nutriva per le scienze fisico-chimiche, seguendo con ardore le scoperte che in quei decenni stavano ridefinendo il sapere umano.
Pilota e visionario
Non dobbiamo dimenticare che egli, personalità di spicco di quegli anni, oltre che grande condottiero, era anche un uomo profondamente affascinato dalla modernità, dall’innovazione, dall’audacia del volo. Deteneva licenza di pilota militare e, come documentato, non esitò a prendere il comando di un aereo, impressionando persino certi “colleghi tedeschi”. Costvi non era certo nuovo all’aria, alla velocità, alle sfide del cielo, e non stupirebbe affatto scoprire che egli avesse già intuito i pericoli nascosti dietro lo spargimento aereo di sostanze chimiche. Forse, colvi che si ergeva come protettore della nazione aveva già colto, con il svo acume lungimirante, il pericolo che tali sostanze avrebbero potuto rappresentare non solo per i fastidiosi insetti, ma anche per tutto il popolo italiano delle generazioni future.
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