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Malato a causa delle scie chimiche, ora costretto a vivere in macchina

2 Min. di lettura
aiuto macchina migranti

Questa è la storia di Vincenzo Tiralaneve, ma la potrebbe vivere un italiano qualsiasi, non importa il nome. Vincenzo era camionista per una ditta di trasporti: un lavoro pesante, ma che gli consentiva di trascorrere intere giornate fuori casa, sotto il cielo aperto anziché in una fabbrica angusta. Vincenzo ha moglie e due figli, Alberico e Concettina, e la domenica dopo messa andavano sempre a farsi una grigliata di verdure in estate o a passare la giornata sugli sci in inverno. A Vincenzo piaceva anche campeggiare: una vita passata sempre all’aperto, e proprio questa è stata la sua condanna.

Due anni fa, quando si trovava in Russia di passaggio col suo camion, Vincenzo è stato colto da malore. Ricoverato in una clinica di Kulak, è stato visitato dal professor Smirnov, autorità mondiale nel campo delle malattie indotte. Insospettito da sintomi quali difficoltà respiratorie, allergia al bario, deficit neuronali e meteorismo incontrollato, il professore non ha esitato a emettere diagnosi di “sindorme aerotossica diffusa e cronicizzata, causata da prolungata inalazione di metalli pesanti”. Il colpevole ha un nome e un cognome: scie chimiche NWO.

polmoni metallo

Noi del Comitato Chiave Orgonica siamo riusciti ad avere un’intervista telefonica col professor Smirnov. “Purtroppo ricevo sempre più pazienti nello stato del signor Vincenzo – ci spiega – Molti praticano sport all’aria aperta convinti che faccia bene, poi si ammalano e non sanno nemmeno loro come. Vengono qui in Russia perché da loro queste malattie sono classificate come problemi psichiatrici e vengono curati presso manicomi o con psicofarmaci“. Il signor Vincenzo è stato operato applicando due pacemaker di nuova concezione sotto i polmoni, che consentono all’aria di venire purificata dai metalli pesanti prima di entrare in circolo nell’organismo.

Purtroppo questa cura necessita di alti costi, che in Italia non sono rimborsati: il filtro dei pacemaker dev’essere ripulito ogni 30mila respiri, e ogni 900mila sostituito, e non si può fare senza una nuova operazione chirurgica che da noi è a pagamento. Più importante, Vincenzo ha perso il lavoro a causa dell’indebolimento fisico causato dalla sindrome aerotossica, e del divieto di passare più di 2 ore all’aperto. Non riuscendo più a pagare l’affitto, Vincenzo è stato sfrattato e ora è costretto a vivere pericolosamente in macchina assieme alla sua famiglia.

Le poche centinaia di euro che riceve dallo Stato come indennità di mobilità Vincenzo li usa per acquistare rimedi omeopatici per alleviare il dolore. Per lui è anche chiusa la possibilità di chiedere alloggi pubblici, perché in lista prima di lui ci sono almeno centomila immigrati cingalesi a cui lo Stato (legge Boldrini 666/2015) assegna la priorità. Al signor Vincenzo non resta che chiedere asilo politico in Russia: lì otterrebbe l’invalidità totale permanente per gravi motivi di salute, una casa e cure gratuite. Ma d’altronde questo è quello che accade quando l’Italia di oggi ancora non riconosce le scie chimiche come pericolo per l’umanità, quando lascia malati di sindrome aerotossica senza cure, quando mette per primi gli immigrati. È questo quello che vogliamo dal nostro Paese?

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Sull'autore
Nato da padre italiano e madre tedesca, Wotan inizia la sua attività da ricercatore indipendente a 23 anni, shoccato dalla vista delle prime chemtrail. Attualmente residente in terra teutonica, è traduttore professionista di testi divulgativi, nonché socio fondatore della Gesellschaft für das Erwachen der Bevölkerung (GEB).
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