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Alla scoperta di Pyongyang, moderna capitale orientale

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Arch_of_Reunification

Arrivo con l’autobus da nord-est, da quella che un tempo fu l’Unione Sovietica che aiutava la neonata repubblica nordcoreana a sconfiggere l’invasione statunitense della penisola. I rapporti con la Russia di Putin si sono mantenuti ottimi. Ho appuntamento per il giorno seguente con alcuni attivisti nordcoreani, così il giorno prima ne approfitto per fare un giro della capitale. I russi mi hanno raccontato di come la reputazione della capitale della Corea del Nord sia una delle operazioni di manipolaggio mentale più riuscite dei media occidentali, così decido di verificare di persona.

Una simpatica guardia doganale mi chiede di lasciarle cellulare e macchina fotografica, che mi verranno restituiti quando lascerò la frontiera. Niente telefonino e nessuna foto in quanto non è permesso portare con sé dispositivi che non siano stati precedentemente controllati: il pericolo che queste apparecchiature producano onde ELF che facciano ammalare la popolazione, mi spiega, è molto alto, e il problema è molto sentito. L’analisi delle apparecchiature richiede il suo tempo e io purtroppo rimango solo due giorni. Mi lasciano comunque un cellulare certificato da loro in caso di emergenza.

Arrivo alla capitale. L’aria è pulita, come non la respiravo da decenni. Volgo lo sguardo al cielo, ed era proprio come pensavo: non v’è alcuna traccia di scia chimica che ammorba il popolo. Non solo, ma anche il normale inquinamento industriale è bassissimo: è evidente come questa città ci tenga alla salute e al benessere dei suoi abitanti. Respiro a pieni polmoni, col desidero di intrappolare un po’ di quest’aria in una bottiglia e portarmela a casa.

Il governo mi assegna gratuitamente una guida locale, che mi accompagnerà durante tutto il mio tour. Giro a piedi la città, attraversando la strada senza la paura di essere investito: nonostante i 3 milioni e passa di abitanti, la comunità ha saputo risolvere i problemi del traffico come nessun’altra metropoli al mondo. E quando l’auto è proprio indispensabile, le strade sono larghe, comode e sempre pulite, un altro mondo!

Ryugyong_Hotel

Alcuni degli edifici che intendo visitare sono un po’ lontani, e decido quindi di prendere la metropolitana: saranno le scale mobili più lunghe che io abbia mai visto! I treni sono puntuali, gli interni sono modellati in stile retrò, gli occupanti rimangono silenziosi e non c’è traccia di disturbatori o malintenzionati. Noto anche la totale assenza di fastidiose insegne pubblicitarie, che in occidente sono in ogni dove e manipolano le nostre menti.

Pyongyang è una capitale dal doppio volto, che sa unire antiche e salutari tradizioni con modernità che lasciano a bocca aperta. Per esempio, il Ryugyong Hotel è uno spettacolare edificio da 330 metri di forma piramidale, e il Rungrado May Day Stadium è il più grande stadio del mondo in termini di capienza: questi primati inorgogliscono i Pyongyanganiani, che però mantengono uno stile di vita sano e sobrio. La mia guida mi spiega che l’opposizione ai cibi OGM, le coltivazioni a chilometri zero, la decrescita felice e il rifiuto dell’uso di apparecchiature elettroniche ad onde ELF sono i dogmi che il governo insegna al suo popolo.

La sera, dopo essere arrivato alla mia stanza d’albergo, ammiro uno dei cieli stellati più belli che io abbia mai visto: Pyongyang ha saputo risolvere anche il problema dell’inquinamento luminoso. Incredibile! Tutti i suoi abitanti la notte possono sdraiarsi sul tetto delle loro abitazioni e contemplare un cielo stellato, limpido e puro. Vado a dormire, lasciando la porta aperta: la costante presenza sulle strade della città di uomini della legge e la totale assenza di zingari e immigrazione clandestina mi fa sentire al sicuro come mai prima d’ora. Mi addormento sorridente, e il giorno dopo incontro i miei amici.

Se, confusi da quello che vi hanno spacciato i media occidentali di regime, faticate a credere al mio racconto, vi lascio con un documentario indipendente (realizzato da occidentali) sulla città di Pyongyang. Forse non lo sapete, ma circa 5000 turisti l’anno visitano la capitale della Corea del Nord, oltre a lungimiranti politici ed imprenditori da tutto il mondo (Italia compresa). Chiedete alla vostra agenzia di viaggi un tour di Pyongyang, ne varrà assolutamente la pena!

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Sull'autore
Nato da padre italiano e madre tedesca, Wotan inizia la sua attività da ricercatore indipendente a 23 anni, shoccato dalla vista delle prime chemtrail. Attualmente residente in terra teutonica, è traduttore professionista di testi divulgativi, nonché socio fondatore della Gesellschaft für das Erwachen der Bevölkerung (GEB).
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