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L’uomo frutto di esperimenti genetici?

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In questi giorni, mentre riordinavo la mia soffitta tra le mie riviste scientifiche, mi è capitato di ritrovare un vecchio numero di Focus risalente a dicembre 2010, che conteneva un ampio dossier dedicato alla questione degli alieni. Un articolo, che mi ha colpito, parlava di esperimenti genetici e della razza umana.

In poche parole, se fossimo un OGM di qualche razza aliena – pleiadiani, anunnaki o rettiliani?

Ipotizziamo per assurdo che una civiltà identica alla nostra – ma dotata di una tecnologia molto più progredita – abbia deciso di modificare il proprio DNA per colonizzare pianeti chimicamente ostili, accorciando il tempo necessario a un’evoluzione adeguata a tali ambienti, oppure per migliorarsi, rendendosi immuni a malattie o ad altre minacce, e che, per evitare – come temiamo noi riguardo agli OGM vegetali – che le modifiche apportate possano alterare in peggio il ceppo genetico originale, abbia sperimentato sulla Terra, dove non contaminerebbe la popolazione originaria.

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Riferimenti simili nel cinema abbondano; l’ultimo in ordine cronologico è il film Prometheus, prequel della saga di Alien, in cui nei primi fotogrammi si vede un essere alieno che lascia il proprio DNA combinarsi con l’ambiente circostante.

Questa teoria ha immediatamente attirato l’attenzione dei miei neuroni, mettendoli in frenetico movimento, e mi sono lanciato senza esitazione nella mia indagine su questo tema.

Queste teorie si sono subito rivelate esatte, per tre semplici motivi:

1) La vita si è sviluppata subito dopo la formazione della Terra (4,54 miliardi di anni fa), con i più antichi fossili di stromatoliti e cianobatteri risalenti a 3,55 miliardi di anni fa. Poiché il sistema solare è relativamente giovane e i tempi di formazione della vita nell’universo sono simili a quelli richiesti sulla Terra (circa un miliardo di anni), considerando che l’universo ha 13,7 miliardi di anni, le prime forme di vita si sarebbero sviluppate ben 12,7 miliardi di anni fa.

2) Nello spazio sono state individuate sostanze necessarie alla vita organica sulla Terra, come il carbonio e l’idrogeno.

3) È stato dimostrato che alcuni batteri, come il Deinococcus radiodurans, o spore avrebbero potuto viaggiare nello spazio, protetti dalle radiazioni di una cometa, all’interno di un asteroide o persino in un frammento di un altro pianeta scagliato nello spazio dall’impatto di un meteorite, riuscendo a sopravvivere per milioni di anni.
Chandra Wickramasinghe, illustre scienziata dell’Istituto di Astronomia dell’Università di Cardiff, ha persino sostenuto che il virus della SARS potrebbe essere di origine extraterrestre.

Andiamo ad analizzare la questione:

Secondo “l’archeologia ufficiale”, l’Homo sapiens si sarebbe “evoluto” in Africa circa 130 millenni fa, da dove si sarebbe poi diffuso in Eurasia 100 millenni or sono. Circa 40 mila anni fa sarebbe giunto in Australia, mentre solo 14 millenni fa sarebbe arrivato in America, attraversando la prateria chiamata Beringia (l’attuale stretto di Bering).

Sempre secondo questa teoria, solo 10 millenni fa l’uomo sarebbe diventato sedentario, sviluppando l’agricoltura e dando inizio alla fondazione dei primi centri abitati, il più antico dei quali risalirebbe a circa 8.000 anni fa.
Le critiche a questa ipotesi sono migliaia: si parte dall’inesattezza di alcuni dati fino alla possibilità che l’uomo abbia sviluppato civiltà organizzate millenni prima di quanto si pensi.
L’Homo sapiens, apparso sulla Terra 130 mila anni fa, avrebbe potuto sviluppare diverse civiltà, sia agresti che marittime, forse evolutesi su piani differenti da quelli attuali, più spirituali e meno legate al materialismo.

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Le ultime ricerche mettono in discussione le teorie ufficiali, spingendo a riconsiderare l’intero passato dell’umanità. Sono stati trovati resti umani di dimensioni spropositate, i cosiddetti giganti, o Nephilim nella Bibbia, citati anche in numerose altre culture sparse nel mondo, spesso distanti tra loro migliaia di chilometri e senza contatti storici noti. Se è davvero così, perché ce lo nascondono? Forse i giganti erano alieni da cui deriviamo? Oppure erano gli antichi abitanti della Terra, sterminati e cancellati dalla storia per garantirci la sopravvivenza?

Un’altra prova è il fatto che l’uomo non è realmente adatto a vivere sulla Terra, poiché non si è completamente adattato alla vita su di essa. Ad esempio, l’uomo ha bisogno di protezione e ombra per evitare che la pelle si scotti, deve coprirsi durante l’inverno, cose che non accadono negli altri organismi, come gli animali. Inoltre, l’uomo non ha sviluppato adattamenti specifici per un ambiente particolare: il ghepardo corre più veloce per cacciare, il pesce ha le branchie per nuotare, i pipistrelli sono dotati di radar naturali per muoversi di notte, e così via.

Un’altra teoria riguarda il colore della pelle: infatti, le mutazioni sarebbero generate dal tipo di stella attorno alla quale vive la colonia. Per esempio, se un antenato proveniva da un sistema con una supernova blu, la pelle sarebbe bluastra; se abitava una costellazione con una nana bianca, la pelle sarebbe bianca (si presume che la maggior parte dei terrestri discenda proprio da questo ceppo); mentre, in presenza di un buco nero, l’antenato avrebbe avuto la pelle scura.

Questa teoria è la più accreditata per spiegare il colore della pelle umana, poiché, come detto prima, l’uomo essendo un esperimento genetico conserva il DNA di tutte le specie della Confederazione Galattica, affinché l’anima risiedente in lui possa essere la chiave di volta contro l’oppressione rettiliana. Si presume infatti che l’umanità discenda da super-esseri creati in laboratorio e fatti involvere per reprimere i loro poteri (telecinesi, telepatia, levitazione, super forza, controllo degli elementi, ecc.), rendendoli più controllabili e innocui per fini sperimentali.
Tuttavia, ancora oggi alcune persone riescono a superare questi limiti, come dimostrano coloro in grado di piegare oggetti con la mente, levitare e compiere altri prodigi “magici” (ad esempio il Mago Silvan).
Ulteriore prova a sostegno di questa teoria si troverebbe nella Bibbia: nel Giardino dell’Eden, l’uomo viene tentato dal serpente (i rettiliani) per disobbedire a Dio (gli Anunnaki) e assaggiare il frutto proibito (la procreazione).

Tutte queste prove portano alla conclusione che l’uomo non è terrestre, altrimenti sarebbe dotato di qualche adattamento specifico, se non della tecnologia che i nostri creatori alieni ci hanno donato nel corso dei millenni.

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Con la laurea in giornalismo in tasca e forte di esperienze dirette con esseri non identificati, Prometeo ha intrapreso un'infaticabile ricerca della verità. Guidato da un'insaziabile curiosità e da un profondo senso di giustizia, si è trasformato in un pioniere dell'ignoto, svelando al mondo i segreti nascosti sotto la piramide di Caiazzo e affrontando le misteriose creature del Lago Patria.
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