14 luglio 2024, ore 19:00, Milano. Con il cuore in gola, tengo in mano un biglietto e mi reco verso i varchi di sicurezza. Ancora poche ore, e finalmente l’indagine che con l’intero Comitato porto avanti da anni potrebbe giungere a una conclusione. Intorno a me, centinaia, migliaia, decine di migliaia di persone mi circondano. Mi chiedo quanti di loro siano ricercatori indipendenti venuti fin qua perché anche loro hanno intuito che c’era qualcosa che non andava. Probabilmente, nessuno. Non importa. Supero i controlli, e attendo. Dopo un paio d’ore, eccola lì. Taylor Swift, a incantare le masse e distrarle con le sue canzoni. Se non fosse che tutte quelle persone non stavano guardando Taylor Swift. Stavano guardando un ologramma generato dall’Intelligenza Artificiale. Perché Taylor Swift probabilmente, a quest’ora, è morta. Ma andiamo con ordine.
Taylor Anniston Swift nasce nel 1989 in Pennsylvania (USA), dove già dalla tenera età di 11 anni si interessa alla musica e, spinta anche dai suoi genitori, si fa velocemente strada nel mondo della discografia. Una crescita travolgente, ancor più se pensiamo che parliamo di una preadolescente, una ragazzina che a quell’età dovrebbe pensare più alle Barbie che non a firmare contratti discografici. La sua musica poi, diciamoci la verità, non è neanche tutto sto granché. La vera svolta arriva però quando firma il contratto discografico con una sconosciutissima Big Machine Records, una scelta forse azzardata, ma che la lancia verso l’alto.
Il sospetto, se non la certezza, è che dietro la famigerata casa discografica si nasconda qualcuno che vuole manipolare le nuove scoperte mettendole al soldo dei governi mondiali (come ben sappiamo, non è la prima volta che le case discografiche vengono coinvolte). Purtroppo per lei, qualche anno dopo Taylor fa una scelta coraggiosa che si rivelerà ahilei fatale: per motivi sconosciuti e completamente privi di ogni logica (almeno per un “fan” qualsiasi) straccia il contratto con la casa discografica e va per la sua strada. È da questo punto però che le sue canzoni cominciano ad essere diverse da prima, meno naturali, quasi come se fossero composte non da esseri umani ma da dei computer. Non vai contro ai poteri forti senza pagarne le conseguenze. Non sappiamo cosa sia successo alla vera Taylor Swift. Possiamo solo sperare che non si trovi sull’isola di Montecristo assieme a Tsipras.
A quel punto la vera Taylor Swift, semplicemente, smette di esistere. Il nostro primo sospetto è che sia stata sostituita da un clone, o peggio ancora da un essere di un altro pianeta. Se non la conoscete ancora, vi invito ad aprire e consultare la nostra guida al riconoscimento di un rettiliano. I nostri sospetti però, consultandoci anche col collega Peppe Pluton, non hanno trovato riscontro. Osservando molto, molto attentamente il suo corpo mettendolo alla prova dei nostri occhi allenati, abbiamo notato la mancanza delle tipiche sfaccettature che distinguono un rettiliano travestito, quali la membrana X e la lingua biforcuta. Anche gli inestetismi sembravano essere assenti sul suo corpo, il quale invece mostra pelle sempre ben tirata, un seno perfetto e un sedere assente da difetti. Quasi troppo perfetto però, per una donna della sua età.
Certo, non è impossibile escludere interventi di chirurgia estetica, ma possiamo noi del Comitato Chiave Orgonica fermarci qua? Qui qualcosa puzzava, e non era solo il casu martzu di Peppe. Analizzando meglio ore e ore di spettacoli, ci siamo resi conto che Taylor Swift appare sempre solo quando sta sotto i riflettori. Mai una foto di lei che va a fare la spesa. Mai una foto di lei che va a buttare la spazzatura. Possibile che appaia e scompaia sempre solo quando ci sono i concerti? Dovevamo vederci chiaro e di persona, ed eccomi qui: il suo concerto a Milano era un’occasione irripetibile.
Appena ho attivato negli speciali occhiali il mini transponditore del continuum realizzato dal noto dott. Sean W. Scott, i miei sospetti si sono trasformati in certezza, quando ho visto Taylor Swift, o meglio il suo ologramma, letteralmente sparire davanti a me. Era chiaro che quei fari non erano lì per illuminare la scena, ma per crearla da zero. La voce artificiale che usciva dagli amplificatori era perfettamente sincronizzata con l’ologramma proiettato sul palco, al quale milioni di pecoroni stavano dando retta. Inutile dire che alla mia insistenza nel voler farmi firmare un autografo degli uomini vestiti di nero e con borsello a tracolla mi hanno letteralmente preso e buttato fuori da San Siro. Perché tanta insistenza? Sono stato forse riconosciuto? Dannazione.
Consultata sulla faccenda, anche la nostra Maya ha fatto notare che qualche indizio nella sua discografia c’è: “Blank Space“, per esempio, o “Bad Blood“, anche solo dal titolo richiamano la sua origine artificiale, quasi come se qualche programmatore IT spinto da rimorso avesse voluto lasciare degli indizi. Melvin mi fa anche presente che al giorno d’oggi è facilissimo ordinare a una intelligenza artificiale di generare canzoni, è alla portata di tutti.
Resta solo una domanda: perché? Perché darsi tanto da fare? Qui le risposte sono molteplici, ma considerando quanto costa un biglietto per il suo concerto possiamo stare sicuri che in questo modo il NWO riesca a tirare su parecchi soldini. Sicuramente un altro scopo è quello della distrazione delle masse dai veri problemi: decine di migliaia di persone che guardano dritto davanti a loro anziché il cielo coperto da scie chimiche, è un bel successo. Ma quello che non è stato potuto tenere nascosto neanche dai media, è la creazione di terremoti artificiali, veri e propri sismi in grado di mettere in pericolo la popolazione e accelerare il processo di spopolamento del pianeta.
Il concerto è finito e tutte queste persone stanno tornando a casa, portandosi dietro il ricordo di una serata all’insegna della musica e del divertimento. Io, torno a casa col dolore nel cuore: cos’altro ci stanno nascondendo? Cosa è vero e cosa no? Siamo in Matrix e non ce ne rendiamo conto? Posso solo garantire una cosa, a tutta l’umanità: il Comitato Chiave Orgonica è qui, per voi e con voi, e vi proteggerà con tutti i mezzi possibili (fino a quando facebook non ci chiuderà l’account).
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