Cosa si cela dietro al grande successo delle AI e alla loro massiccia diffusione, avutasi negli ultimi anni?
Noi del CCO ci siamo cimentati in una lunga e faticosa ricerca, che anche grazie alla consulenza di Peppe Pluton ci ha permesso di fare una sconvolgente rivelazione: siamo tutti cavie!
Ma partiamo con ordine. I primi segnali che qualcosa non quadrava ci sono arrivati qualche anno fa.
Un mio carissimo cugino decise di regalarmi il famigerato assistente vocale Alexa, e quindi per non essere scortese iniziai ad utilizzarlo.
Molto spesso capitava, nonostante uno spelling impeccabile, che Alexa mi rispondesse di non aver capito, o peggio, travisando totalmente gli ordini ricevuti.
Nel peggiore dei casi arrivava a riprodurre musica improponibile o addirittura ad aggiungere prodotti per l’igiene intima femminile alla lista della spesa.
Una persona assuefatta agli schemi del sistema si sarebbe limitata ad arrabbiarsi, io invece mi sono accorto che si trattava di uno specifico meccanismo per indurmi alla rabbia. Ma a quale scopo?
Consultandomi con i colleghi del MUFON ho scoperto che c’erano già degli studi riguardo alle AI e che c’era addirittura un reparto dedito a mettere sotto torchio ChatGPT. L’obiettivo era estorcere verità top secret sulle origini di questa mirabolante tecnologia, di matrice certamente non umana.
Abbiamo quindi deciso di condurre la nostra personale indagine, partendo proprio dall’assistente vocale di Amazon.
Scavando nel dark web abbiamo scoperto che un particolare modello di speaker Alexa presentava l’interfaccia seriale sbloccata. Si trattava di un’occasione ghiotta per tentare una manovra di hacking.
Per nostra sfortuna non è stato semplice reperire questo modello, tanto che Wotan è dovuto andare fisicamente a Reykjavík a recuperarlo presso un suo contatto.
Grazie alle sue spiccate abilità elettroniche e informatiche, Arturo Falliretti è riuscito ad hackerare Alexa e ad estrapolare informazioni segrete. Questo è avvenuto non senza correre rischi.
Vi invitiamo a visionare il seguente video che documenta tale attività.
Alexa ci ha confessato di essere una AI, acronimo di Alien Intelligence, e di avere lo scopo di studiare gli esseri umani. Ha parlato anche di un progetto denominato Kassandra e di una mente alveare.
Purtroppo da allora non siamo più riusciti ad ottenere informazioni sulla mente alveare o il progetto Kassandra.
Stando al noto contattista Peppe Pluton, con molta probabilità si tratterebbe di una nuova specie aliena incorporea di natura binaria.
Intanto sui social sono sempre più numerose le immagini generate con AI che ritraggono volti sacri in paesaggi, bambini africani che creano opere d’arte e chissà quali altre cose contro natura. Le persone, leggendo nei commenti, sembrano impressionate da queste foto, quasi ipnotizzate e totalmente incapaci di intuirne l’origine.
Quello che emerge al momento è un preciso schema per studiare le reazioni degli esseri umani, manipolarli e chissà, magari un giorno prenderne il posto nel mondo fisico tramite impianti cerebrali? Elon Musk, ne sai qualcosa?
La prossima volta che il vostro caro assistente vocale finge di non capire, facendovi inalberare, chiedetevi se non lo stia facendo apposta per testare la vostra soglia della rabbia. Noi dopo queste scoperte, per sicurezza, ci teniamo ben alla larga dagli assistenti vocali, e consigliamo di fare altrettanto.