Dolcissimi fratelli bagnati dalla luce cosmica, sono Peppe Pluton, emissario delle stelle, mediatore dei pleiadiani e divulgatore del messaggio di pace intergalattica.
Quest’oggi sono qui per continuare la mia serie di articoli informativi sui popoli provenienti da altri pianeti. Stavolta è il turno degli alieni comunemente chiamati grigi, che sono spesso vittime di discriminazione e pregiudizio.
I motivi che portano le persone ad essere diffidenti nei loro confronti sono legati per lo più alla scarsa emotività di queste creature, e dalla nomea di rapitori di esseri umani che hanno acquisito negli anni.
Benché il pregiudizio sia basato su un fondo di verità, è bene non fermarsi a quello, perché come vedremo in questo articolo, si tratta di esseri introversi e sensibili, spesso sfruttati come manovalanza a basso costo da altre razze.
Origini
Le origini degli alieni grigi sono avvolte da un alone di mistero. Sono una civiltà molto particolare e profondamente diversa dalla nostra, con un approccio alla storia che, a differenza del nostro, attribuisce a essa una rilevanza assai minore. Ciò che ho appreso durante le mie lunghe assimilazioni gnostiche con Ferid, il mio custode pleiadiano, è qualcosa che desidero condividere con voi.
Si ritiene che i grigi abbiano avuto origine nel sistema binario di Zeta Reticuli, situato a 39,2 anni luce dalla Terra. Serpo, il loro potenziale pianeta natale è radicalmente diverso dal nostro. Pur avendo due soli, questi emettono una luce molto meno intensa rispetto al nostro, immergendo il pianeta in un crepuscolo costante. L’ambiente, umido e paludoso, ricorda le caverne sotterranee terrestri.
Purtroppo, i grigi, essendo una razza fisicamente debole, fragile e con scarsa emotività apparente, sono stati vittime di abusi da parte di altre specie aliene e ridotti in schiavitù. La facilità con cui possono essere riprodotti in cattività li ha resi schiavi ideali per molte razze extraterrestri ostili. Un esempio è il sistema di Gliese, a 20,3 anni luce da noi, abitato da grigi discendenti di colonie di schiavi abbandonati. Questa discendenza ha probabilmente plasmato la loro cultura, rendendoli cinici e generalmente ostili verso le altre razze.
In linea generale, sebbene sia importante evitare generalizzazioni, i grigi di Zeta Reticuli sono considerati positivi e fanno parte della Confederazione di Luce Galattica. Al contrario, quelli di Gliese e alcuni individui subordinati ai rettiliani possono avere inclinazioni più negative, anche se il primo caso è un incontro piuttosto raro.
Anatomia
Gli alieni grigi presentano caratteristiche anatomiche radicalmente diverse dagli esseri umani, e a differenza nostra, dei pleiadiani e di altre razze cosmiche, essi non sono figli nati dal seme dei noistri padri creatori. Si presentano bassi, generalmente alti un metro e quarantacinque, esili e con pelle glabra di color bianco/grigio, grandi occhi neri e bocca piccola.
Ciò che colpisce di più è la loro assenza di orifizi tradizionali, a parte piccole narici e una bocca ridotta. A differenza di noi e di molte altre forme di vita, i grigi non possiedono ano, tratto urinario o qualsiasi altro foro per l’espulsione di scarti corporei.
Questo è reso possibile grazie al loro apparato gastrico a forma di sacca, estremamente efficiente. I grigi ingeriscono per via orale esattamente il quantitativo necessario di macro e micronutrienti, generalmente in forma liquida o semisolida, minimizzando gli sprechi e rendendo superfluo un sistema di espulsione. Nei rari casi di sovralimentazione, espellono gli scarti attraverso il vomito.
A questo proposito, ho spesso ricevuto messaggi da persone preoccupate perché il loro amico grigio ha vomitato sul pavimento dopo aver accettato con cortesia la cena amorevolmente preparata per lui. Queste creature, apparentemente fredde e distaccate, sono in realtà molto sensibili e accettano il nostro cibo per non offenderci, pur non riuscendo a digerirlo. Se vi capita di offrir loro del cibo, vi consiglio di farlo in forma liquida, servito in un bicchiere. In questo modo, potranno sorseggiarlo quanto basta, evitando spiacevoli rigurgiti.
Senza dubbio, i loro grandi occhi interamente neri rafforzano la percezione di freddezza che li avvolge. Le dimensioni notevoli e il colore scuro sono il risultato di un adattamento evolutivo al loro ambiente crepuscolare, permettendo a questi esseri di massimizzare la capacità di captare anche le più deboli fonti di luce.
Un’altra particolarità di queste creature si riscontra nelle dita delle mani, che possono essere quattro o cinque, indipendentemente dalla loro origine. Le mani presentano dita lunghe e affusolate, prive di unghie, che terminano con organi ricchi di terminazioni nervose, ricoperti da una membrana mucosa. Per fare un paragone con qualcosa di familiare, potremmo dire che sulle punte delle loro dita presentano qualcosa di simile al clitoride femminile umano.
Tramite le terminazioni nervose delle nelle loro dita sono in grado di comandare le loro navicelle, ma non solo. Sfregandosi a vicenda le punte delle dita riescono a procurarsi piacere, in un atto che potrebbe essere paragonato al nostro sesso, anche se nel loro caso non è legato alla riproduzione.
Una caratteristica non visibile, ma unica della loro razza, è dovuta a tutta una serie di ghiandole che permettono loro poteri psichici e telecinetici. Essi sono in grado di leggere e manipolare le menti, al punto di rendersi invisibili, ed anche di far levitare oggetti metallici.
L’aspettativa media di vita di questi esseri non è alta se paragonata alla nostra, e si aggira intorno ai 35-40 anni terrestri. Quando giunge la loro ora si spengono all’improvviso, e questo spiega gli ufo crash con relativo cadavere, a cui siamo abituati.
Riproduzione
La capacità riproduttiva è l’aspetto che ha maggiormente reso gli alieni grigi suscettibili alla schiavitù. In origine, la loro riproduzione avveniva attraverso secrezioni cutanee, che formavano uova sul dorso, le quali si schiudevano dopo circa 15-20 giorni, dando vita a piccoli individui già autosufficienti. Questi esseri sono privi di organi sessuali e non hanno un genere specifico, anche se è importante non cadere in semplificazioni eccessive: all’interno della loro società esistono diverse identità di genere.
Circa 900.000 anni fa, per motivi ancora sconosciuti, i grigi persero la capacità di riprodursi in modo naturale e da allora fanno ricorso alla clonazione ectoionica per generare nuovi individui. Sebbene questa tecnica consenta loro di produrre esemplari adulti e in salute, ha anche facilitato la riproduzione in massa da parte di razze aliene ostili, che li utilizzano come schiavi.
Le abductions
Ed eccoci arrivati al punto critico: le abductions. È importante precisare che, a parte i casi in cui i grigi sono semplici esecutori e non i veri responsabili, si è trattato di un grosso fraintendimento. Il fenomeno, particolarmente diffuso nella seconda metà del secolo scorso, era in realtà un maldestro tentativo di socializzazione.
Probabilmente, vittime della diseducazione sessuale veicolata dai giornaletti pornografici dell’epoca, i grigi credevano che penetrare gli esseri umani con sonde o dita potesse renderli felici e rilassati. Infatti, la maggior parte dei rapiti di quell’epoca ricorda di aver subito penetrazioni di vario tipo.
Fortunatamente, con l’avvento di internet e l’accesso a informazioni più accurate, i grigi hanno appreso dai loro errori. Oggi, è molto più raro che qualcuno subisca intrusioni corporali durante un’abduction.
Alieni grigi in mezzo a noi
Gli alieni grigi sono esseri assai vogliosi i fare amicizia, anche se non si direbbe. Spesso è la loro timidezza a frenarli ma alle volte rompono questa barriera rendendosi umani ai nostri occhi. Questo è possibile tramite i loro poteri telepatici. Vien da sé che questo stratagemma non funziona in luoghi densamente affollati o davanti alle telecamere. Essendo anche molto bassi e esili, è per loro quasi impossibile indossare costumi umani credibili.
Il discorso però cambia se consideriamo gli ibridi umano-grigio che vivono normalmente all’interno della nostra società. Alcuni di loro sono nati ibridi, altri invece si sono ibridati col tempo, per acquisire capacità psichiche o combattere la comparsa delle rughe.
Tra gli ibridi più noti nel panorama italiano troviamo Paolo Fox, Simone Pillon, Enzo Miccio e Mario Giordano.
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