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Marò, eroi nella lotta contro le scie chimiche?

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maro scie chimiche

I nostri due marò, Latorre e Girone, sono detenuti in India da febbraio 2012 con l’accusa di avere sparato a due pescatori innocenti. Quello che tutti ci domandiamo è come mai in quasi tre anni non si sia mosso niente: i tribunali indiani stanno cercando di prendere tempo, il governo italiano sembra fregarsene, le corti d’appello internazionali sono immobili. È chiaro che c’è sotto qualcosa di più grosso di quello che i media vogliono farci credere, come noi stessi avevamo ipotizzato più di un anno fa quando circolavano strane voci sul perché i due marò avessero fatto fuoco contro un innocuo peschereccio. Il detective indipendente indiano Apu Shish si è recato sul posto per cercare di vederci chiaro, e dopo aver interrogato testimoni e colleghi è passato all’azione.

Riuscendo di notte a salire sull’imbarcazione indiana coinvolta nella sparatoria senza farsi scoprire, Apu ha scoperto al suo interno beute, centrifughe chimiche e distillatori, oltre a taniche di bario, alluminio e stronzio, gli elementi che più frequentemente vengono irrorati tramite scie chimiche. Quello che ad Apu appariva davanti agli occhi era una vera e propria raffineria clandestina mobile che, operante in acque internazionali e al di sopra della legge nel tentativo di non farsi scoprire, preparava le miscele destinate ad essere impiegate all’interno degli aerei tanker che spruzzano scie chimiche.

breaking bad camperLa ricostruzione dell’evento, secondo Apu, è la seguente: la petroliera italiana su cui viaggiavano i marò stava in realtà svolgendo attività clandestine di supporto a raffinerie mobili per la preparazione di composti chimici destinati ad aerei tanker. Massimiliano Latorre e Salvatore Girone decidono, per il bene della Patria e della salute pubblica, di disertare gli ordini e compiere un’azione eclatante per svelare il complotto delle scie chimiche al mondo. Qualcosa però nel loro piano va storto, i loro colleghi decidono di non stare dalla loro parte e li conducono in India, dove vengono detenuti in attesa di capire cosa farne. L’Italia si trova in una situazione imbarazzante, da un lato deve salvare le apparenze e cercare di riportarli a casa, ma dall’altra deve rispettare obblighi internazionali ed evitare che i due marò parlino: così finge davanti ai media di fare il possibile per la loro scarcerazione, mentre in realtà non sta facendo assolutamente niente. Nel frattempo i poteri forti cercano di mettere i marò a tacere per sempre: l’ischemia che ha colpito Latorre l’anno scorso sarà stata un caso?

Apu Shish sperava di trovare prove a favore dei suoi connazionali, ma davanti all’evidenza ha trovato il coraggio di divulgare la verità, anche se non depone a favore dell’India: questo è il codice d’onore dei ricercatori indipendenti! Noi ci domandiamo quante di queste raffinerie mobili esistano sul pianeta, e quando gli sforzi dei nostri marò per portare all’Italia la verità sulle scie chimiche verranno ripagati. La lotta contro i poteri forti purtroppo non è mai semplice.

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Sull'autore
Nato da padre italiano e madre tedesca, Wotan inizia la sua attività da ricercatore indipendente a 23 anni, shoccato dalla vista delle prime chemtrail. Attualmente residente in terra teutonica, è traduttore professionista di testi divulgativi, nonché socio fondatore della Gesellschaft für das Erwachen der Bevölkerung (GEB).
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