Sono ormai ben noti a tutti i luridi meccanismi ben collaudati, della disinformazione di regime, che tramite giornalai da quattro soldi e figure pseudoscientifiche vendute (vedasi CICAP) cerca in ogni modo di far apparire le persone “sveglie” alla stregua di pazzi visionati.
Il caso che prenderemo in esame oggi è quello dell’ormai famoso “analfabetismo funzionale”, un termine coniato adhoc negli ultimi 3-4 anni per emarginare noi ricercatori indipendenti, che quotidianamente smascheriamo i crimini contro l’umanità, esponendoci a rischi di ogni tipo.
Ma cosa si intende col termine analfabetismo funzionale che ormai tutti i disinformatori prezzolati non esitano ad utilizzare per evitare domande scomode?
Con tale termine puntano a raggruppare assieme quelle persone, che secondo loro, sono sì in grado di leggere e scrivere (giustamente non possono obiettare a ciò) ma incapaci di comprendere i fatti riportati (più in là scopriremo che è esattamente l’opposto).
Sorvolando sulla stupidità di un concetto simile, e su quella di chi ci crede, se facciamo una breve ricerca in rete ci accorgiamo che tale termine non esiste prima del 2013, anno nel quale è stato coniato a tavolino dalla lobby degli psicologi e dei giornalisti pennivendoli.
Serviva uno strumento per etichettare tutte le persone, che in numero sempre crescente, iniziavano a capire la realtà dei fatti e il termine “complottista” iniziava a perdere il suo effetto sedante sulle masse.
Quale miglior modo allora, se non dipingere una qualità fondamentale per ogni buon indagatore della verità come una patologia mentale dovuta ad un basso livello di scolarizazzione? La tecnica è la stessa utilizzata per screditare i contattisti o i guaritori “alternativi”, e per nostra sfortuna funziona.
La prova evidente che noi persone sveglie iniziamo a far tremare chi muove i fili sta nella quantità di soldi e tempo che il regime sta investendo nella “lotta” all’analfabetismo funzionale. Sono decine i finti sondaggi catastrofici, eseguiti da non ben definite società, che mostrano livelli preoccupanti di analfabetismo nel nostro paese e nel mondo (soprattutto dopo aver subito sconfitte elettorali).
Non parliamo poi dei giornalisti che a suon di assegni scrivono sferzanti articoli contro chi si impegna a cambiare il mondo in meglio. L’esempio più eclatante proviene dal “giornalista” Enrico Mentana che particolarmente creativo si cimenta addirittura nell’invenzione di nuovi termini quali “webete”.
Ma arrivando al sodo, cosa è realmente l’analfabetismo funzionale? E’ la capacità di capire il senso nascosto che si cela dietro alle notizie pilotate dal regime per lavare il cervello alla massa di pecore dormienti.
Solo chi è dotato di un alto livello di analfabetismo funzionale può accorgersi che dietro al solito attentato si cela l’ennesimo false flag, che le scie chimiche esistono, che la lobby gay è un pericolo reale e i rettiliani ci governano nell’ombra.
Chiamatemi pure complottista o analfabeta funzionale, me ne frego, anzi lo prendo come un complimento visto che questo è il prezzo da pagare per un’intelligenza fuori dal comune e una capacità empirica di raccogliere prove e metterle assieme per dare le risposte che mancano.
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