Sempre più spesso, i prodotti OGM fanno la loro comparsa sulle nostre tavole, al punto che oggi è praticamente impossibile acquistare qualcosa di confezionato che non contenga organismi geneticamente modificati. La giustificazione comune da parte di chi promuove l’uso degli OGM è sempre la stessa: creare organismi vegetali più sostenibili, capaci di garantire rese elevate nel modo più ecologico possibile. Tuttavia, dietro a questo argomento c’è spesso solo una strategia pubblicitaria che maschera una realtà meno altruistica. Ma c’è di più.
Sapevate che il 29% delle verdure e degli ortaggi OGM non mostra alcuna differenza rispetto alle varietà naturali, per quanto riguarda il sapore, le prestazioni e l’impatto ambientale? E allora perché modificarne la genetica? Forse c’è qualcosa di invisibile agli occhi del consumatore che giustifica l’enorme investimento in queste tecnologie?
Nel nome della scienza indipendente e per rispondere a tutte queste domande, abbiamo deciso, come sempre, di scavare a fondo. Ciò che abbiamo scoperto è a dir poco straordinario.
Poiché gli ortaggi OGM sembravano indistinguibili dalle loro controparti naturali, abbiamo orientato le nostre indagini sui sottoprodotti di scarto derivanti dalla loro ingestione. Non è stata una missione semplice, ma grazie a un piccolo gruppo di volontari, siamo riusciti a ottenere i risultati sperati
Abbiamo suddiviso i volontari in due gruppi da 32 persone e chiesto a ciascun gruppo di seguire per una settimana una dieta basata esclusivamente su frutta e verdura, rispettivamente naturali e OGM. Alla fine del periodo di test, abbiamo raccolto campioni di feci per ogni giorno di sperimentazione, accumulando un totale di 448 barattoli. Ora, capite bene a cosa mi riferivo quando ho detto che l’impresa non è stata affatto semplice. Se non fosse stato per l’intervento provvidenziale di Maya, probabilmente la sola passione per la verità non sarebbe bastata a mantenerci motivati. Chi la conosce sa quanto abbia svolto un lavoro psico-energetico straordinario, liberandosi di tutte le inibizioni imposte dalla nostra società.
Inizialmente, i risultati dei nostri test chimici sui campioni di feci non avevano rivelato nulla di significativo. Stavamo per arrenderci: dopo una settimana di analisi, eravamo ormai convinti che forse quella non fosse la pista giusta. Fu allora che Maya, per la seconda volta, ci aiutò a sbloccare la situazione.
La svolta è arrivata quando ci ha indicato che i due tipi di campioni presentavano una differenza evidente all’olfatto retronasale. Questo insight ci ha permesso di indirizzare le nostre ricerche in una nuova direzione, e una successiva analisi spettrometrica dei gas ci ha fornito la prova decisiva.
La composizione dei gas fecali derivanti dai campioni OGM ha mostrato la presenza di molecole con una struttura a nido d’ape, probabilmente formate dal legame tra il grafene e il metano. Questa nuova molecola si è rivelata altamente volatile, con legami che tendono a disgregarsi in ambienti ventilati. È noto che il grafene viene frequentemente utilizzato dalle élite mondiali per interferire con le ghiandole pineali, creando effetti di anestetizzazione sulle masse.
A questo punto, è stato sufficiente mettere insieme tutti i pezzi per smascherare l’ennesimo subdolo attacco ai danni della popolazione ignara.
Abbiamo sottolineato che la molecola gassosa scoperta è estremamente volatile, il che renderebbe inefficaci gli effetti del grafene una volta che questa si dissolve nell’aria. Anche in caso di esposizione in ambienti chiusi, come durante la corsa di un ascensore, non sarebbe sufficiente a causare effetti sulla ghiandola pineale. E non possiamo dimenticare il caratteristico cattivo odore delle flatulenze contenenti questo composto: un deterrente naturale contro un simile pericolo.
Esiste, tuttavia, un contesto in cui questi gas rivelano la loro massima efficacia: rimanere intrappolati in ambienti chiusi e inalati senza che ne percepiamo l’odore. Parliamo della camera da letto. È noto, infatti, che durante il sonno il nostro cervello riduce drasticamente la percezione degli odori, o addirittura li ignora. Al nostro risveglio, siamo talmente assuefatti a quell’odore da non renderci conto di aver respirato per tutta la notte un composto chimico senza neanche avvertirne il fastidio.
Studi successivi hanno rivelato che la concentrazione di questi gas è maggiore quando in camera da letto è presente una donna. La spiegazione che abbiamo trovato è che, per motivi di pudore e per lo stigma sociale, le donne tendono a trattenere i gas intestinali per gran parte della giornata, liberandosene poi durante il sonno, quando sono meno consapevoli.
L’uso degli OGM per produrre gas notturni capaci di anestetizzare le coscienze delle persone è davvero un piano ingegnoso, pensato per raggiungere le persone anche in ambienti chiusi, dove le scie chimiche non riescono sempre ad arrivare.
A questo punto, il nostro consiglio è di liberare quanto più possibile l’intestino quando siete all’aperto e di ridurre al minimo l’assunzione di vegetali OGM, in particolare durante la cena.
