In un’epoca in cui la connessione sembra essere indispensabile ovunque, persino nei luoghi di villeggiatura, si sta diffondendo l’installazione di apparecchi 5G e WiFi anche nelle seconde case. Che si tratti di una casa al lago, in campagna o in montagna, luoghi storicamente destinati al relax e al contatto con la natura, l’italiano medio si sta lasciando attrarre da questa tecnologia senza riflettere sulle conseguenze complici anche spot con (inconsapevoli?) supertestimonial. Ma ci chiediamo: è davvero questa la strada giusta da seguire?
Noi del Comitato Chiave Orgonica sosteniamo che la risposta sia un deciso no. Le ragioni per rifiutare l’invasione delle criptoonde nelle nostre vite sono molteplici, e purtroppo si inseriscono in un quadro più ampio di un piano globale, orientato verso il declino demografico. Non è una novità, infatti, che la popolazione mondiale stia subendo una forte contrazione, tema di cui discutiamo da oltre un decennio. Oggi, voci autorevoli come Elon Musk ci danno ragione, ma forse è già troppo tardi.
Ma c’è dell’altro: come noi sappiamo l’uso indiscriminato della tecnologia wireless va a intaccare non solo la salute fisica e riproduttiva, ma anche il nostro equilibrio mentale e spirituale. Se riflettiamo su cosa dovrebbero rappresentare le nostre case, ci rendiamo conto che esse dovrebbero essere rifugi di tranquillità, dove possiamo riconnetterci con noi stessi, con l’ambiente circostante, e magari ritrovare l’intimità perduta con il nostro partner. Così non è, o meglio non è più. Ma cosa sta succedendo?
5G, WiFi e fertilità: qual è la connessione?
La correlazione tra l’esposizione prolungata a 5G/WiFi e il calo delle nascite è un argomento che merita attenzione costante. Noi del Comitato abbiamo già più volte denunciato la questione, col solo risultato di venire derisi. Non contenti, abbiamo quindi condotto uno studio scientifico coinvolgendo 30 coraggiosi volontari suddivisi in tre gruppi. Il Gruppo A ha mantenuto il WiFi acceso giorno e notte. Il Gruppo B ha spento il WiFi durante le ore notturne. Infine, il Gruppo C ha evitato l’uso del WiFi, utilizzando per informarsi esclusivamente un PC fisso in una casa schermata dalle onde ELF.
Dopo due mesi, i risultati sono stati sorprendenti: il Gruppo C ha registrato prestazioni sessuali mediamente superiori del 54% rispetto agli altri due gruppi, con tre famiglie che hanno persino annunciato gravidanze. Una di queste ha deciso di chiamare il proprio bambino “Orgone” in nostro onore, riconoscendo il valore del nostro lavoro.
Fin qui nulla di strano, i risultati erano pienamente attesi. Essi confermano quanto da tempo denunciamo: le onde elettromagnetiche emesse da dispositivi wireless hanno un impatto significativo sulla nostra virilità e capacità riproduttiva. Il nostro studio è solo una piccola parte di un quadro molto più vasto che sta emergendo da numerose ricerche indipendenti soprattutto all’estero (si veda ad esempio in Austria lo studio del prof. dott. scienz. indip. Otto Geschlechtsverkehr e collaboratori, 2021).
Effetti inaspettati sul sonno e sulla libido
Ma ciò che ci ha maggiormente colpito è stato un fenomeno rilevato nel Gruppo B. I partecipanti, spegnendo il WiFi durante la notte, hanno riportato frequenti polluzioni notturne, con una regolarità tale da farci sospettare che ci fosse un collegamento non casuale. Questo ci ha spinto a condurre ulteriori indagini e abbiamo notato una correlazione causale tra coloro che spengono sempre il cellulare durante la notte e chi lava di frequente le lenzuola.
Abbiamo continuato gli esperimenti su noi stessi mettendo a rischio la nostra salute, scoprendo che spegnere lo smartphone durante la notte potrebbe sembrare una mossa intelligente da parte delle persone informate ma, in realtà, si tratta di un subdolo trucco. La libido viene inibita durante il giorno a causa delle già dette interferenze WiFi/5G, mentre la notte il corpo si scarica durante il sonno REM, con conseguente insoddisfazione del partner e senso di frustrazione. Uno pseudorimedio insomma che è peggio del male.
Non basta quindi spegnere il WiFi per ritrovare la tranquillità. Il nostro cervello, già intaccato dalle costanti interferenze elettromagnetiche, ha bisogno di una rigenerazione più profonda. E non possiamo negare che l’ambiente in cui viviamo, costantemente pervaso da segnali invisibili, ha un impatto diretto sulle nostre capacità rigenerative. Questo vale soprattutto per i maschietti, abituati a tenere il cellulare vicino ai testicoli. Smartphone sempre più potenti ci danno sì un Internet più veloce, ma al contempo degli spermatozoi più lenti (ammesso che ne sia rimasto qualcuno).
Le implicazioni sociali e ambientali del WiFi onnipresente
Oltre agli effetti sulla salute personale, è doveroso prendere in considerazione anche l’impatto sociale e ambientale dell’uso indiscriminato della tecnologia wireless. Il WiFi non solo influisce sui singoli individui, ma anche sull’ecosistema circostante. Studi recenti (C. Attivissimo et al., 2023) hanno dimostrato come le onde elettromagnetiche possano interferire con la vita animale. In particolare lo stesso studio ha messo in risalto come anche i cavalli stalloni e i mandrilli si stiano lentamente estinguendo negli ultimi due decenni a causa delle criptoonde. Cosa stiamo facendo alla nostra natura? E come possiamo pensare che tutto questo non ritorni, prima o poi, su di noi?
Le nostre case, da rifugio per l’anima, rischiano di trasformarsi in nuovi centri di inquinamento elettromagnetico. Vale davvero la pena portare la tecnologia ovunque, sacrificando così la nostra connessione con la natura?
La nostra raccomandazione
Il nostro consiglio è semplice ma efficace: spegnete i cellulari e il WiFi. Rimanete informati attraverso l’uso di PC fissi, salvaguardando così la vostra salute e quella delle persone a voi care. E soprattutto, considerate la possibilità di godervi i luoghi di vacanza per ciò che dovrebbero essere: spazi di rigenerazione fisica e mentale, liberi dalle interferenze della tecnologia moderna. Le soluzioni esistono, sta a noi applicarle alla vita di tutti i giorni.
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