I peli sul pube, un tempo icona di stile, oggi specie ormai estinta dall’inguine femminile e in pericolo critico su quello maschile.
Un curioso fossile, però, potrebbe rivalutare la loro presenza e riscrivere la storia evolutiva di tutti i mammiferi della terra.
La scoperta
Nella provincia cinese di Duōmáo Wàiyīn (多毛外陰) la scoperta di un peculiare fossile, risalente al 2012, ha oggi riacceso l’interesse degli studiosi di tutto il mondo.
Il fossile in questione comprende la porzione del bacino, alcune costole e parte della coda. È stato accantonato nel magazzino del museo di Dà Pìgu (大屁股) e dimenticato per 9 anni, prima di essere classificato.
Per nostra fortuna nel 2021 il giovane paleontologo indipendente Xiǎo Yīnjīng (小陰莖) si è imbattuto in questo campione durante un suo studio personale presso il museo.
Da subito Xiǎo Yīnjīng si è accorto che il fossile era diverso da qualsiasi altro analizzato prima. A un minimo ingrandimento presentava una sorta di peluria in quella che doveva essere la zona dell’inguine. Fatto ancora più curioso è che i presunti peli erano ben circoscritti solo in quell’area.
Siamo tutti a conoscenza di fossili comprendenti piume, ma i peli sono qualcosa di molto più raro che difficilmente fossilizza.
Si tratta dunque del ritrovamento incredibile di un dinosauro con i peli sull’inguine, il primo mai documentato.
Le analisi
Successivamente a questa sensazionale scoperta sono stati condotti studi più approfonditi dall’università di Zìyóu Dǎgé (自由打嗝).
Gli studi hanno rivelato che il fossile, datato al radiocarbonio a circa 250 milioni di anni fa, appartiene a un dinosauro di medie dimensioni, un antico antenato dei moderni mammiferi.
Questa scoperta va a datare la comparsa dei peli pubici ben prima di quanto la scienza moderna credeva e decisamente molto prima dell’apparizione delle prime pellicce.
Il ritrovamento in questione prova che i peli nella zona inguinale hanno avuto uno sviluppo separato dal resto del corpo, e una funzione ben distinta.
Al momento non è chiaro a cosa siano serviti ma alcuni studiosi di paleo-etologia hanno fatto alcune ipotesi. I peli in questo caso potrebbero aver avuto un ruolo attivo nel corteggiamento, un po’ come la livrea colorata degli uccelli. La peluria potrebbe essere servita anche da simbolo di forza e salute, o richiamo odoroso durante la stagione degli amori.
Un triste epilogo
La parte triste di tutta questa storia è che la scienza cosiddetta di regime non ha dato il giusto risalto alla notizia, ma anzi il contrario.
Purtroppo sappiamo che una scoperta del genere potrebbe mettere a rischio gli interessi delle moderne lobby della depilazione e della moda androgina. Non ci stupiamo, dunque, che non se ne sia parlato abbastanza nel panorama scientifico “ufficiale”.
Fa riflettere che qualcosa come i peli sull’inguine, caratteristica peculiare della nostra storia evolutiva, siano oggi per la società moderna un elemento di cui vergognarsi.
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