Marte, il pianeta rosso, sembra essere la prossima frontiera della razza umana. Il dibattito scientifico è acceso su come mandare i primi uomini sul pianeta, e magnati multimilionari investono soldi e fantasticano sulle prime colonie marziane.
Prima di poter colonizzare Marte ci sono diversi problemi da risolvere e molti riguardano il clima avverso alla vita terrestre. Ed è proprio una soluzione suggerita per modificare il clima che ci ha fatto rizzare le antenne. Ringraziamo sempre Luca, il nostro astronomo indipendente di fiducia, per la preziosa segnalazione.
L’articolo a cui facciamo riferimento discute un’idea per riscaldare Marte e renderlo più ospitale per gli esseri umani. Gli scienziati propongono di spruzzare piccole barre di metallo nell’atmosfera marziana. Queste barre, una volta rilasciate, avrebbero l’obiettivo di riflettere la luce solare e aumentare la temperatura del pianeta. L’idea si basa sul concetto di geoingegneria, mirando a creare condizioni più favorevoli per la vita umana e future missioni spaziali.
Non serve aggiungere altro per capire che qui si sta parlando di scie chimiche, con delle modalità a noi ben note: lo spargimento dei famigerati nanotubi!
Chi ci conosce ormai lo sa che sin dai primi anni 2000 siamo impegnati in prima linea nella denuncia del fenomeno geoingegneristico più pericoloso di tutti. Sin dai primi presidi o manifestazioni veniamo vessati dalle masse, derisi e ripudiati dai media e etichettati come folli dagli scienziati collusi.
Ci siamo sentiti dire in ogni modo che era impossibile alterare il clima, e che le scie chimiche erano pure paranoie di sociopatici che vivono con la paghetta della mamma.
E intanto il clima cambiava, e le persone care attorno a noi si ammalavano, contraento alopecia indotta, disfunzioni erettili e accorciamento dei propri genitali.
Ciò ci dava ancor più la carica per continuare, notte dopo notte, a monitorare i cieli, perché sapevamo che quella era la strada giusta.
Abbiamo il mondo contro ma abbiamo stramaledettamente ragione!
Oggi, quelle persone che ci additavano come pazzi lebbrosi parlano di spargere scie chimiche su Marte per alterarne il clima. Gli scienziati hanno cambiato idea, e le masse non ci fanno neanche caso?
Dopo questo piccolo sfogo, però, torniamo a parlare dell’argomento principale, che sembra fin troppo esplicito ma come ben sappiamo tutte le dichiarazioni degli scienziati di regime nascondono verità oscure. Se ci stanno parlando apertamente di scie chimiche e geoingegneria, state certi che sotto c’è qualcosa di più grosso in ballo.
Se non avete vissuto sotto a un cavolo per un secolo intero saprete benissimo che su Marte sono celate tracce di civiltà passate. Il volto presente nella regione di Cydonia è senza dubbio la testimonianza più famosa, ma abbiamo anche piramidi o strani artefatti avvistati nelle foto scattate dai vari rover. Chiedetevi perché questi costosi macchinari teleguidati non fanno altro che fotografare il terreno, stando ben attenti a non inquadrare troppo spesso il paesaggio.
E se siete ancora scettici a riguardo, cambierete sicuramente idea sapendo che due grandi astronomi un secolo fa scoprivano la presenza di misteriosi canali e strade su suolo marziano.
I canali marziani furono osservati per la prima volta dall’astronomo italiano Giovanni Schiaparelli nel 1877, che descrisse una rete di linee scure sulla superficie di Marte, chiamandole “canali”. Successivamente, l’astronomo americano Percival Lowell sostenne che questi canali fossero opera di una civiltà marziana, ipotizzando che fossero strutture costruite per trasportare acqua dai poli del pianeta alle regioni più aride. Lowell dedicò gran parte della sua carriera allo studio e alla mappatura dettagliata di questi canali.
Eppure, nonostante le prove e il parere di celebri astronomi, la verità su Marte deve essere celata alle masse, per non turbare l’idea generale che siamo soli nello spazio.
Il problema che gli scienziati tradizionali si trovano ora a fronteggiare è che il pianeta rosso sta attirando sempre più l’attenzione e c’è una vera e propria nuova “corsa allo spazio”. È solo questione di tempo e sarà impossibile nascondere l’antica storia di Marte. Ed ecco che torniamo a parlare di geoingegneria, uno strumento utilizzato qui sulla terra per alterare il clima e scatenare cataclismi.
Quale modo migliore di cancellare dalla superficie di un pianeta la sua storia se non dei cataclismi su scala planetaria?
Dietro al nobile obiettivo di terraformare Marte per renderlo adatto alla vita terrestre si cela, molto probabilmente, la più grande operazione di revisionismo storico mai tentata dall’uomo: cancellare per sempre la storia di un intero pianeta.
Ancora una volta la geoingegneria è portata lontano dagli occhi vigili degli attivisti skywatcher. I poteri forti, però, non sanno che gli occhi sono solo un piccolo strumento per noi ricercatori. La nostra arma più grande è una mente acuta e un pensiero critico fuori dagli schemi comuni, e non smetteremo mai di divulgare la verità.
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