Tutta Italia, come accade ogni estate, è vittima di una siccità indotta mediante aerosol chimici, atta a danneggiare il settore agrario, favoreggiando colture OGM. L’ennesimo attentato a danno del genere umano dal quale molti non sanno come difendersi, a causa della disinformazione mediatica che insabbia o ridicolizza ogni genere di ricerca scientifica indipendente.
Noi del Comitato Chiave Orgonica abbiamo deciso di aderire ad un progetto su scala mondiale denominato “Project Rain” o Progetto Pioggia spiegandovi come è possibile ripristinare la pioggia che ci è stata rubata.
Ma prima di arrivare al succo dell’articolo è bene approfondire un minimo la correlazione tra ioni e pioggia.
Gli Emirati Arabi Uniti, noti per il clima decisamente secco, per combattere la siccità naturale, nei primi anni 2000 hanno deciso di investire ingenti somme in un progetto che permettesse di far piovere sui loro aridi deserti.
Grazie alle ricerche degli ingegneri svizzeri della “Meteo systems” è stato possibile raggiungere l’obiettivo, generare pioggia nel deserto.
Adoperando grandi parasole metallici di circa 10 metri d’altezza, è stato possibile caricare l’aria elettricamente con una carica a ioni negativi. Tali ioni hanno la capacità di unire le particelle di pioggia ai nuclei di condensazione, aumentando l’umidità presente nell’atmosfera a tal punto da indurre precipitazioni, anche copiose.
Basandosi sulle ricerche del team svizzero e del genio Pierluigi Ighina la ricercatrice e meteorologa statunitense Rosy S. Puppa ha scoperto che è possibile indurre precipitazioni con un quantitativo molto inferiore di ioni negativi nelle regioni miti e temperate rispetto agli stati arabi. Ciò è possibile grazie alla presenza di umidità naturale nell’aria. In sostanza maggiore è il tasso di umidità nell’atmosfera e meno ioni negativi sono necessari a generare pioggia.
La studiosa ha successivamente testato con successo l’induzione della pioggia tramite una serie di asciugacapelli con generatore di ioni puntati verso il cielo.
Da tale scoperta ha deciso di lanciare un’iniziativa su scala globale per contrastare le siccità indotte dalle malvage scie chimiche estive: il Progetto Pioggia.
Aderire è molto semplice, ci spiega Rosy, basta munirsi di un asciugacapelli ionizzante e puntarlo, ovviamente acceso, verso il cielo per circa 45 minuti. È stata riscontrata un’efficacia maggiore se l’emissione viene effettuata nelle prime ore del mattino o di sera, quando il tasso di umidità atmosferica è maggiore.
Stando alle statistiche è sufficiente un solo condominio munito di asciugacapelli ionizzanti a generare nuvole e una lieve pioggia, ma molto dipende dal tasso di umidità già presente: potrebbe volerci anche meno nelle regioni molto umide.
Il nostro consiglio è condividere l’iniziativa e di organizzare gruppi di zona per massimizzare l’efficacia della ionizzazione. Aderire non è solo un modo per contrastare l’opera dannosa ai nostri danni ma anche una dura risposta a chi ci vuole morti. Siamo tanti e siamo svegli, non sarà facile per loro dominarci.
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