Dopo diversi mesi torniamo ad occuparci del fenomeno delle criptoonde, flebili onde a bassa frequenza emesse dagli smartphone. Benché l’autore della scoperta, il prof. J.K. Ticlethon, risulti attualmente misteriosamente scomparso, altri ricercatori indipendenti portano avanti i suoi studi. Ecco un episodio sul quale ho indagato di persona.
Circa sei mesi fa un amico, Gianni (nome di fantasia), mi raccontò che ogni tanto il software del suo nuovo smartphone si riavviava da solo. Inizialmente pensava a qualche difetto di fabbricazione, ma al quinto episodio aveva notato che tutto ciò accadeva sempre e solamente in prossimità di impianti semaforici, quando con la sua bicicletta aspettava il verde.
Il giorno dopo io e Gianni ci incontrammo nei pressi di un incrocio regolato da semaforo, lui con il suo smartphone, io con il mio telefonino vecchio modello. Quello che osservai era agghiacciante: non solo il suo smartphone si riavviava quando dal rosso il semaforo passava al verde, ma il mio cellulare non sembrava minimamente risentirne.

Quello che come ricercatore indipendente ipotizzavo era un collegamento tra il semaforo e gli smartphone, che in qualche modo però escludeva i cellulari tradizionali. Era ovvio che solo delle misteriose onde elettromagnetiche potevano interferire tra i due apparecchi elettronici. Conoscendo già gli studi del prof. Ticlethon sull’emissione di criptoonde da parte degli smartphone, mi domandai se forse i comuni semafori non fossero stati riconvertiti ad emettitori di onde ELF.
Contattai per uno scambio di idee il mio collega orgonico Melvin, che mi propose di inviarmi a sue spese l’attrezzatura necessaria alla misurazione delle onde ELF nei semafori. Esitai, temendo il rischio di un’intercettazione delle costose apparecchiature e conseguente “sparizione”. Optai per una soluzione diretta, ovvero la schermatura del cellulare tramite fibra di alluminio (carta stagnola) spruzzata da aceto di mele. Seguendo un metodo di fabbricazione simile a quello utilizzato per la creazione di un elmetto, questa schermatura si può realizzare con l’ausilio di una cover per smartphone, al quale applicare la carta stagnola. In una prossima guida spiegherò nel dettaglio il metodo di fabbricazione.
Da quando Gianni utilizza una cover rinforzata in fibra di alluminio ha risolto completamente il suo problema, ed ora il suo smartphone funziona senza problemi. In attesa di compiere indagini più approfondite su questo fenomeno, ho ipotizzato quanto segue:
- Anche i “semplici” semafori possono in realtà nascondere emettitori di onde ELF. I semafori sono infatti apparecchiature apparentemente innocue, diffuse ad ogni angolo del globo, la cui popolazione si è già abituata alla loro presenza: un “travestimento”, insomma, perfetto.
- Tali onde, coadiuvate dai metalli pesanti presenti nell’aria a causa delle irrorazioni chimiche, interferiscono con le criptoonde emesse dagli smartphone.
- Alcuni smartphone, forse a causa di fortunosi difetti di progettazione, risentono di tale interferenza e subiscono un arresto o un riavvio di sistema.
- L’applicazione di una schermatura in fibra di alluminio non solo evita il riavvio del software dello smartphone (problema secondario), ma impedisce che le onde ELF agiscano sull’apparecchio.
Lo scopo di queste interferenze ci è attualmente sconosciuto. Sicuramente ha a che fare con l’intercettazione dei dati personali, come il caso Snowden ha insegnato, ma le nostre indagini a 360 gradi non escludono scopi più inquietanti, come la manipolazione delle onde cerebrali o la sterilizzazione maschile a scopo di riduzione della popolazione mondiale tramite l’eccitazione delle criptoonde (recenti studi hanno rivelato che l’87% degli uomini tiene il cellulare in tasca pericolosamente vicino ai propri testicoli). Consigliamo quindi a tutti i possessori di smartphone che non vogliono rinunciare al loro apparecchio per tornare ad un più sicuro vecchio modello di schermarlo accuratamente.