Cari amici e amiche terrestri, venite. Venite su di me, adulti e piccini, e sedetevi in braccio a zio Peppe. In questa fredda notte di dicembre, voglio fare qualcosa per scaldarvi il cuore. Vi racconterò una storia, ma non una storia qualsiasi. Vi svelerò la vera storia di Babbo Natale, così come il nostro comune amico Ferid mi ha raccontato e permesso di tramandare a voi.
C’era una volta, tanto tempo fa, sotto la fredda volta celeste della Terra, una luce rossa pulsante, così brillante da sembrare un battito cosmico. Quella luce, che ad alcuni popoli nordici sembrava una stella, era in realtà una navicella proveniente da Polaris-7, un avamposto delle energie luminose pleiadiane. Dentro quella navicella viaggiava un essere straordinario, il cui nome originale si è perso nei linguaggi terrestri. Io lo conosco come Niklarum, il Messaggero della Gioia.
La sua missione era portare amore, calore e speranza agli abitanti di un pianeta immerso nel freddo e nell’oscurità dell’inverno. Quando scese sulla Terra, le tribù artiche furono rapite dalla sua presenza: un uomo robusto, con una barba candida e un manto scintillante che cambiava colore come l’aurora boreale. Subito vollero venire a lui, ma Niklarum non era fatto della stessa sostanza degli uomini. I suoi occhi erano finestre sull’infinito, e ogni suo movimento uno spruzzo di amore siderale per chi avesse voluto credere in lui.
Egli non viaggiava da solo. Con lui c’erano otto creature straordinarie, simili alle renne dei miti nordici. Ogni “renna” era dotata di un faro energetico rosso, capace di attraversare bufere di neve e oscurità con precisione interstellare.
Niklarum si stabilì al Polo Nord, un luogo remoto e perfetto per costruire la sua Base Aurora. Qui, grazie alla tecnologia pleiadiana, creò i suoi aiutanti: piccoli esseri bio-organici, noti a noi come elfi. Si trattava in realtà di macchine di amore e dedizione, capaci di trasformare materiali semplici in doni straordinari. La loro intelligenza artificiale era così avanzata che ogni oggetto creato portava con sé una vibrazione energetica, capace di donare gioia e piacere a chi lo riceveva.
La missione di Niklarum era chiara: portare pace e gioia ai popoli terrestri che si dimostrassero degni, aiutandoli a elevarsi e a contrastare le tribù malvagie che in quell’epoca rischiavano di dominare il pianeta. E così fu. Ogni anno, durante la notte più lunga, Niklarum saliva a bordo della sua astronave e, grazie alla tecnologia pleiadiana, riusciva a compiere il giro del mondo in pochissimo tempo, adempiendo al suo umile e amorevole compito.
E oggi? Anche se non credi in lui, oggi Niklarum torna ogni anno, non solo per portare doni, ma per ricordarci che siamo parte di qualcosa di più grande. Ogni volta che alzate gli occhi al cielo e vedete una luce rossa che sfreccia tra le stelle, sappiate che non è una semplice meteora. È Niklarum, che continua il suo viaggio, vegliando su di noi con il sorriso bonario di chi conosce i segreti dell’universo. Potrebbe scendere e entrare proprio a casa tua, riempiendoti del suo caldo amore senza che tu nemmeno te ne accorga. E per non sconvolgere il tuo cuore, cancellerà dalla tua mente il ricordo della sua visita, lasciando solo il caldo amore siderale dentro di te.
Quindi, amici terrestri, questa è la verità che mi è stata affidata. Babbo Natale non è un semplice uomo o una leggenda, ma un ambasciatore di luce, un viaggiatore delle stelle che ha scelto di portare speranza a un piccolo pianeta blu. Quando sentite il tintinnio delle campanelle o vedete le luci scintillare nel buio di dicembre, ricordate: non è solo magia natalizia, è amore cosmico.
Buon Natale, dal vostro Peppe Pluton.
