Il Veneto, terra di santi, di campanili che svettano su paesaggi incantevoli e di processioni religiose, è stato per secoli uno dei capisaldi del cattolicesimo in Italia. Da San Marco a Venezia a Sant’Antonio da Padova, passando per il suggestivo Santuario della Madonna della Corona arroccato tra le montagne veronesi, la Fede ha permeato ogni angolo della regione. Il crocifisso appeso nelle aule, i presepi allestiti durante il Natale, le processioni e le fiere religiose hanno sempre rappresentato l’anima del Veneto, una regione devota, ricca di tradizioni e legata al sacro. Ma qualcosa, anch’esso diventato ormai tipicamente veneto, stona con tutta questa bellezza religiosa: il bestemmione.
Pace e amore a Voi, Fratelli e Sorelle di Cristo. Sono Padre Rosario, e sono stato ospite la scorsa settimana dei Confratelli del convento di San Giovese Martire (VR) dove ho avuto modo di approfondire quel che succede in questa bellissima regione. Ho sentito bestemmiare nei bar, nelle piazze del paese e persino tra i Confratelli. Come ha fatto una regione così religiosa a imbestemmiarsi così? Ebbene la colpevole, miei cari fedeli, è esattamente quella che pensate: la nebbia chimica.
Le scie chimiche: la causa del declino spirituale
La storia inizia quando i primi esperimenti con le scie chimiche hanno fatto la loro comparsa nei cieli del Veneto. Da allora, come si nota dal grafico disponibile presso gli enti pubblici ma mai pubblicato ufficialmente, la regione ha subito una lenta ma inesorabile trasformazione verso la degenerazione. Un tempo le nebbie padane avvolgevano dolcemente le campagne, ispirando versi poetici e nutrendo il silenzio contemplativo delle chiese. Oggi, invece, quelle nebbie sono inquinate di sostanze chimiche disperse da aerei complici, che hanno modificato l’aria che i veneti respirano. Come sappiamo, le scie chimiche non solo causano malattie fisiche, ma alterano anche il comportamento umano. E nel Veneto hanno trovato un mix (nebbia naturale + scie chimiche = nebbia chimica) che ha causato un fenomeno di deviazione spirituale indotta dalle sostanze chimiche.
Dalla devozione alla blasfemia
Un tempo i bisnonni veneti non bestemmiavano. Le famiglie si riunivano attorno al camino per recitare il Rosario, mentre raccontavano le vite dei santi. Ora, quelle scene sono solo un lontano ricordo. La religione, che un tempo faceva dei veneti un popolo educato e rispettoso, ora perde colpi di fronte alla crescita delle bestemmie. Una sorta di effetto collaterale imprevisto (?) di questi esperimenti chimici, che ha aperto la porta alla blasfemia in una regione un tempo così pia.
Non è ovviamente solo questione di linguaggio: la perdita del legame con la fede ha fatto sì che i veneti si allontanassero sempre di più da Nostro Signore. Le tradizioni storiche e religiose rimangono, sì, ma non per devozione. Alcuni politici li sfruttano addirittura solo per prendere voti, anziché per sottolineare l’importanza della fede. I presepi continuano a essere allestiti, ma sono diventati solo una decorazione. I crocifissi nelle scuole e negli ospedali sono ancora lì, ma non hanno più il significato di una volta. Quanti bambini iniziano la giornata genuflettendosi in classe, come dovrebbe essere?
Un futuro diabolico all’orizzonte?
L’aspetto più preoccupante di questo fenomeno è ciò che potrebbe riservare il futuro. Se questo processo di imbestemmiamento continuerà, il rischio è che il Veneto diventi una terra non più devota a Nostro Signore. Satana, una volta cacciato dai cuori dei fedeli, potrebbe ora di nuovo entrare nelle anime e nei corpi dei veneti. Le chiese si svuoterebbero, lasciando spazio a nuovi luoghi di culto oscuri e profani. Le feste religiose, da celebrazioni di fede, si trasformerebbero in rituali in cui la bestemmia sarebbe il comandamento. Immaginatevi un veronese di campagna uscire dalla chiesa e lanciare un bestemmione magari solo perché piove e si è infangato le scarpe. Riuscite a immaginarlo, vero? Ecco Satana insinuarsi!
La lotta per l’anima del Veneto
Alcuni fedeli resistono ancora, convinti che una reazione divina sia alle porte. Chiamano alla preghiera, sperando che una rinascita spirituale possa invertire questo declino. Ma la lotta l’è düra, e gli effetti della nebbia chimica sembrano sempre più difficili da contrastare, soprattutto tra le nuove generazioni e chi lavora all’aria aperta (una categoria su tutte, curiosamente, i vignaioli). Il Veneto si trova così a un bivio: da una parte le sue radici cattoliche, dall’altra un futuro fosco e blasfemo, dove la nebbia, una volta romantica, si è trasformata in un manto chimico che avvolge la regione in un destino incerto. Per ora, le bestemmie continuano a farsi sentire sempre più forti e sempre più senza vergogna, mentre le campane delle chiese suonano sempre più a vuoto.
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