Washington – Non passa giorno senza che Donald Trump faccia parlare di sé con dichiarazioni al limite del surreale. Dopo aver ventilato l’idea di “prendersi il Canada, la Groenlandia e il Canale di Panama” per “rinforzare il dominio americano sulle mappe”, il tycoon si è scagliato contro i fondi statunitensi destinati alla geoingegneria climatica in Europa.
“Alterare il nostro clima è già costoso, molto costoso”, ha dichiarato Trump in un comizio infuocato in Texas, dove ha radunato migliaia di sostenitori. “Gli Stati Uniti non possono più pagare per l’Europa. Hanno il loro clima, i loro venti, i loro uragani – bene, se li gestiscano da soli! Noi dobbiamo pensare all’America, solo all’America. Basta spendere soldi per far piovere a Parigi o per grandinare si vigneti in Toscana. Non ne possiamo più!”.
Ricordiamo che il tycoon è impegnato personalmente nella diffusione di scie chimiche con il suo aereo personale.
Secondo fonti vicine all’ex presidente, Trump ritiene che il “global climate manipulation budget” sia un peso inutile sulle spalle dei contribuenti americani. “L’America deve tornare grande anche nel controllo del proprio clima, senza preoccuparsi delle nuvole altrui”, avrebbe confidato a una cerchia ristretta di consiglieri.
Le accuse agli alleati europei
Trump non ha risparmiato neanche critiche all’Europa: “Loro vogliono sempre la nostra pioggia controllata, i nostri cieli sereni, ma non pagano mai! La NATO del clima non funziona così! Se vogliono continuare con questa geoingegneria, tirino fuori il portafoglio, o vadano a chiedere alla Cina!”.
L’affermazione ha scatenato un putiferio nelle cancellerie europee, che, secondo alcuni insider, sarebbero già in fibrillazione per trovare soluzioni alternative. Il Presidente francese ha convocato un vertice d’urgenza, mentre in Germania si valuta di rilanciare un progetto di geoingegneria “autarchica”.
Geoingegneria sotto attacco
Questo non è il primo colpo basso di Trump alla comunità scientifica. Durante il suo mandato, aveva già definito i piani di intervento climatico come “un grosso bluff dei liberali”. Il taglio ai fondi per la geoingegneria europea rappresenta l’ennesimo capitolo della sua retorica isolazionista, che punta a trasformare l’America in una fortezza autosufficiente.
Ma c’è di più. Alcuni analisti leggono questa mossa come un tentativo di distrarre l’opinione pubblica americana da altri annunci controversi, come l’aumento dei dazi su prodotti importati da Europa e Asia e l’ormai mitica dichiarazione secondo cui “gli Stati Uniti hanno più diritto di tutti alla Groenlandia, perché è vicina”.
“Trump sa come attirare l’attenzione, ma anche questa volta lascia l’Europa con più domande che risposte”, ha commentato un funzionario europeo. “Cosa intende fare con il suo clima? E soprattutto, cosa ci farà con la Groenlandia?”.