In data 8 dicembre 20 attivisti di Greenpeace si sono introdotti illegalmente nel famoso sito archeologico peruviano di Nazca per lasciare un messaggio visibile dal cielo a favore delle energie rinnovabili. A causa delle loro azioni questi attivisti sono stati accusati di danneggiamento di patrimonio dell’umanità UNESCO e rischiano fino a 6 anni di carcere, oltre all’impianto di un microchip a vita.
La stampa di regime ha fatto apparire la cosa come un atto sconsiderato e deplorevole, un’offesa al Perù e al mondo intero oltre che un danno irreparabile al sito di Nazca. Come accade spesso è stata omessa, o insabbiata, una parte importante della vicenda, qualcosa che la gente non dovrebbe sapere e che invece gli attivisti hanno scoperto.
Quel giorno i ragazzi del Greenpeace hanno inaspettatamente avuto un incontro ravvicinato del sesto tipo, cioè hanno subito un attacco alieno ai loro danni.
Purtroppo la dinamica esatta dei fatti non ci è nota ma sappiamo che sulla via del ritorno sono apparsi nel cielo degli strani dischi di luce, dapprima immobili hanno successivamente aperto il fuoco, mediante armi simili ad i nostri laser, contro i poveri attivisti che fortunatamente sono riusciti a mettersi in salvo illesi.
La loro fortuna è terminata però presto, dato che l’arresto e la confisca di qualsiasi apparecchiatura è giunta di lì a pochi minuti.
I 20 attivisti dovranno rispondere anche di danneggiamento, in realtà causato dai colpi delle navette aliene, ma a noi ci vengono a dire che con delle scarpe da ginnastica hanno arrecato danni incalcolabili camminando sulla roccia.
Le poche e frammentate informazioni che abbiamo ricevuto ci giungono tramite un giovane attivista e ufologo indipendente peruviano che da anni tiene nota delle attività ufologiche attorno al sito archeologico di Nazca.
Ricordiamo che i geoglifi di Nazca sono da sempre teatro di strani avvistamenti, e l’area ove sono situati è interdetta al pubblico, e anche le più alte cariche peruviane necessitano di permesso per farvi visita. Stiamo parlando di un posto protetto quasi quanto l’Area 51.
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